Pulse: la nuova serie Netflix che esplora il mondo degli ospedali tra dramma e ambiguità

La serie ‘Pulse’ su Netflix esplora la vita di una specializzanda in un ospedale di Miami, affrontando tematiche sociali attuali, ma riceve critiche per la superficialità della narrazione e dei personaggi.
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La nuova serie ‘Pulse’, disponibile su Netflix, si propone di immergere gli spettatori nel frenetico ambiente di un ospedale attraverso le esperienze di una specializzanda. Creata da Zoe Robyn e Carlton Cuse, la serie si colloca nel panorama dei medical drama, richiamando alla mente titoli iconici come ‘Grey’s Anatomy’. Ambientata al Maguire Hospital di Miami, ‘Pulse’ affronta tematiche attuali come il #MeToo ma con risultati contrastanti.

La trama e i protagonisti

Incentrata sulla dottoressa Danny Simms, interpretata da Willa Fitzgerald, la trama si sviluppa attorno a eventi drammatici che coinvolgono sia la vita professionale che quella personale della protagonista. Dopo aver denunciato per molestie sessuali il suo superiore Xander Phillips , Danny ottiene una promozione inaspettata. Tuttavia, l’arrivo dell’uragano Andy costringe lei e Phillips a lavorare insieme durante un turno critico di 24 ore. Questo scenario crea tensione ma anche opportunità narrative potenzialmente interessanti.

La scelta del contesto dell’uragano è significativa; rappresenta non solo una sfida esterna ma anche un simbolo delle tempeste emotive che i personaggi devono affrontare. Nonostante queste premesse intriganti, molti critici hanno notato una mancanza di profondità nella scrittura della serie. Il battito a cui fa riferimento il titolo sembra assente o debole rispetto alle aspettative generate dal genere.

Tematiche trattate e sviluppo dei personaggi

‘Pulse’ cerca di esplorare diverse tematiche sociali rilevanti come l’ambizione professionale e le relazioni interpersonali all’interno dell’ambiente ospedaliero. Tuttavia, la narrazione spesso risulta piatta e poco coinvolgente. La presenza della sorella minore Harper Simms , specializzanda su sedia a rotelle, offre uno spunto interessante per discutere delle difficoltà affrontate dai medici con disabilità; tuttavia il suo ruolo rimane marginale rispetto alla protagonista.

Il tentativo della serie di alternare flashback ai momenti presenti non riesce sempre a creare empatia nei confronti dei personaggi principali né ad approfondire le loro storie personali in modo soddisfacente. L’assenza di connessione emotiva rende difficile per gli spettatori investire nelle vicende narrate.

Critiche sulla scrittura e sull’esecuzione

Le recensioni hanno evidenziato come ‘Pulse’ non riesca a brillare per originalità o profondità narrativa rispetto ai suoi predecessori nel genere medical drama. Le dinamiche tra i personaggi appaiono superficiali ed è difficile percepire quel senso d’urgenza tipico delle situazioni critiche in un contesto ospedaliero reale.

Anche se ci sono tentativi evidenti di trattare argomenti complessi come le molestie sul lavoro attraverso lo sguardo del #MeToo, questi vengono presentati con ambiguità che potrebbe confondere piuttosto che chiarire i messaggi intesi dagli autori. La battuta pronunciata da Danny riguardo al confronto con ‘Grey’s Anatomy’ mette in luce questa difficoltà: “Hai guardato Grey’s Anatomy da piccola? Beh, cerca di dimenticarla.” Questa frase riassume bene l’intento degli autori nel voler distaccarsi dalle convenzioni del genere senza però riuscirci pienamente.

In sintesi, mentre ‘Pulse’ ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo punto fermo nei medical drama contemporanei grazie alla sua ambientazione moderna e alle questioni sociali sollevate dalla trama principale, resta ancora molto lavoro da fare affinché possa realmente catturare l’interesse del pubblico come sperato dai creatori.