Proseguono le iniziative per la liberazione di Alberto Trentini, cooperante arrestato in Venezuela

La situazione di Alberto Trentini, cooperante italiano arrestato in Venezuela con accuse di terrorismo, suscita preoccupazione; familiari e cittadini chiedono interventi diplomatici e maggiore attenzione da parte del governo italiano.
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La situazione di Alberto Trentini, il cooperante italiano arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024, continua a destare preoccupazione. Le autorità venezuelane lo accusano di terrorismo, ma non ci sono conferme ufficiali riguardo alle accuse. Da quel giorno, Trentini è stato posto in isolamento e non si hanno più notizie su di lui. In Italia, familiari e cittadini stanno portando avanti una serie di iniziative per richiamare l’attenzione sul suo caso.

La richiesta della famiglia e le reazioni istituzionali

La madre di Alberto Trentini, Armanda, ha lanciato due appelli pubblici chiedendo un incontro con la premier Giorgia Meloni. Fin dall’inizio della vicenda, la Farnesina ha chiesto riservatezza nelle trattative diplomatiche e il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha descritto la situazione del cooperante come “difficile”. Tuttavia, Carlo Verdelli sul Corriere della Sera ha sollecitato il governo a rompere il silenzio istituzionale che finora non ha portato risultati concreti.

Verdelli sottolinea che inizialmente si pensava fosse meglio mantenere un profilo basso nella speranza che l’assenza di accuse formali potesse facilitare una rapida liberazione. Ma questa strategia sembra non aver funzionato: “Con l’attesa cresce l’esasperazione,” scrive Verdelli. La richiesta è quella che Meloni menzioni pubblicamente il nome di Alberto durante un evento ufficiale per dimostrare che l’Italia sta facendo tutto il possibile per riportarlo a casa.

L’appello del sindaco di Treviso

Recentemente anche Mario Conte, sindaco di Treviso dove viveva Trentini prima della sua partenza per il Venezuela con una ONG dedicata all’assistenza ai più fragili, ha espresso preoccupazione sulla questione. Durante un incontro con i familiari del cooperante insieme al presidente del Consiglio Comunale Antonio Dotto, Conte ha ribadito “il dovere morale e istituzionale” dell’amministrazione nel mantenere alta l’attenzione su questo caso.

Il sindaco annuncia anche che verrà presentata una mozione in Consiglio comunale affinché venga richiesto al Governo italiano un intervento deciso attraverso mezzi diplomatici e politici per ottenere rapidamente la liberazione di Trentini. Inoltre Conte intende coinvolgere associazioni locali composte da cittadini venezuelani nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo alla vicenda.

Le manifestazioni pubbliche e le raccolte firme

In diverse città italiane sono stati esposti striscioni nei municipi come segno tangibile della richiesta collettiva per la liberazione del cooperante italiano. Parallelamente prosegue anche una raccolta firme promossa da gruppi civici ed enti locali volti a mobilitare ulteriormente i cittadini attorno alla causa.

Queste azioni mirano a tenere vivo l’interesse pubblico sulla questione mentre si attende notizie concrete dal governo italiano sulle misure adottate nei confronti delle autorità venezuelane. La comunità locale continua ad esprimere solidarietà verso i familiari tramite eventi informativi volti ad aumentare consapevolezza sull’importanza dei diritti umani nel contesto internazionale.

Al momento rimane incerta sia la sorte immediata del cooperante sia gli sviluppi futuri delle trattative tra Italia e Venezuela; tuttavia gli sforzi continui da parte dei suoi cari e dei sostenitori potrebbero rappresentare uno spiraglio nella ricerca della verità su quanto accaduto ad Alberto Trentini.