Processo per lesioni gravi sul lavoro: udienza chiave all’Eridania di Russi

Udienza chiave nel processo per lesioni gravi all’Eridania di Russi, dove un operaio è stato investito da un carrello elevatore. Si discutono responsabilità e sicurezza interna dello stabilimento.
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Ieri si è svolta un’udienza cruciale nel processo per lesioni gravi legate a un incidente avvenuto nel marzo 2022 presso lo stabilimento Eridania di Russi. L’episodio ha coinvolto un operaio investito da un carrello elevatore in retromarcia, sollevando interrogativi sulla sicurezza interna dell’impianto e sulle responsabilità dei vari attori coinvolti.

Dettagli dell’incidente

L’incidente si è verificato mentre l’operaio stava attraversando una zona di circolazione riservata ai muletti. Secondo le ricostruzioni, il lavoratore non avrebbe utilizzato le strisce pedonali e sarebbe passato dietro al carrello che stava effettuando una manovra in retromarcia. Il conducente del carrello, socio della cooperativa facchini, non è stato accusato; tuttavia, la situazione ha portato alla sbarra diversi rappresentanti aziendali.

In particolare, sono sotto accusa l’amministratore delegato di Eridania, assistito dall’avvocato Francesco Piccaglia De Eccher; il delegato alla sicurezza dello stabilimento ; e il legale rappresentante della cooperativa facchini . La questione centrale riguarda la gestione della sicurezza nella circolazione interna allo stabilimento.

Il carrellista ha dichiarato di aver controllato attentamente prima di muoversi e che i dispositivi acustici erano attivi durante la manovra. Nonostante ciò, l’accusa sostiene che ci siano state delle negligenze nella segnaletica e nella viabilità pedonale all’interno dello stabilimento.

Le condizioni dell’operaio e le indagini

L’operaio coinvolto nell’incidente ha riportato lesioni significative con una prognosi superiore ai 40 giorni. Tuttavia, dopo aver ricevuto le cure necessarie, è tornato al lavoro senza presentare denuncia formale sull’accaduto. Questo aspetto ha complicato ulteriormente la situazione legale poiché non esisteva una denuncia ufficiale da parte della vittima.

Le indagini condotte dalla Medicina del Lavoro hanno messo in luce alcune criticità riguardanti la segnaletica interna dello stabilimento. È emerso che i percorsi pedonali potrebbero non essere stati sufficientemente chiari o agevoli per gli operai. Inoltre, si è evidenziata una presunta mancanza di collaborazione da parte della cooperativa facchini nel definire percorsi sicuri per i lavoratori all’interno dell’impianto.

Queste problematiche hanno alimentato il dibattito sulla responsabilità delle aziende nel garantire ambienti di lavoro sicuri ed efficienti per tutti gli operai impiegati nello stabilimento.

Testimonianze a favore della difesa

Durante l’udienza sono state ascoltate anche testimonianze a favore degli imputati che hanno cercato di dimostrare come i percorsi pedonali fossero ben definiti e visibili all’interno dello stabilimento Eridania. I testimoni hanno affermato che l’operaio abbia preso autonomamente la decisione di attraversare in quel punto specifico per guadagnare tempo prezioso anziché utilizzare i passaggi designati.

Inoltre, è stata sottolineata l’assenza precedente d’incidenti simili nello stesso contesto lavorativo come prova del fatto che non vi fosse stata necessità percepita d’interventi migliorativi sulla sicurezza dei percorsi interni fino a quel momento. Questo elemento potrebbe giocare un ruolo significativo nell’esito del processo poiché mette in discussione se ci siano stati effettivamente errori sistematici o se si sia trattata piuttosto di una scelta individuale errata da parte dell’operaio coinvolto nell’incidente.