Processo antitrust contro Meta: Zuckerberg e Sandberg testimoniano in un caso cruciale

Il processo antitrust contro Meta, avviato il 14 aprile 2025, indaga sulle pratiche commerciali e le acquisizioni strategiche di Zuckerberg nel settore dei social media, con implicazioni per la concorrenza.
Processo antitrust contro Meta: Zuckerberg e Sandberg testimoniano in un caso cruciale - Socialmedialife.it

Il 14 aprile 2025 segna l’inizio di un processo antitrust che coinvolge Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg. Al centro dell’indagine ci sono le pratiche commerciali della società, in particolare le sue acquisizioni strategiche nel settore dei social media. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e la Federal Trade Commission hanno avviato le indagini nel 2020 per verificare possibili violazioni dello Sherman Antitrust Act del 1890. Le audizioni vedranno protagonisti non solo Zuckerberg, ma anche figure chiave come Sheryl Sandberg e i fondatori di Instagram e WhatsApp.

La strategia “buy or bury”

La strategia “buy or bury”, ovvero comprare o sotterrare, è stata fondamentale per il dominio di Meta nel mercato dei social media. Questa tattica ha permesso a Facebook, ora Meta, di acquisire aziende emergenti come Instagram e WhatsApp invece di affrontare la concorrenza diretta. L’acquisizione di Instagram nel 2012 per un miliardo di dollari ha rappresentato una mossa decisiva; all’epoca il social network contava già milioni di utenti in rapida crescita. Successivamente, nel 2014, WhatsApp è stata acquistata per ben 19 miliardi mentre stava guadagnando popolarità tra gli utenti.

L’obiettivo principale dietro queste acquisizioni era quello di mantenere il controllo del mercato evitando che nuovi concorrenti potessero minacciare la posizione dominante della piattaforma. Secondo i documenti presentati dal Dipartimento della Giustizia, tali pratiche potrebbero configurarsi come violazioni delle leggi antitrust americane poiché mirano a eliminare potenziali rivali sul nascere.

Durante il processo si prevede che Zuckerberg testimoni per circa sette ore; sarà affiancato da Sheryl Sandberg e dai fondatori delle due app acquisite. Questi ultimi saranno chiamati a spiegare le dinamiche interne alle loro aziende prima dell’acquisizione da parte di Meta e se vi fossero realmente possibilità concrete per competere con Facebook.

Le acquisizioni chiave

L’acquisizione più significativa nella storia recente è quella riguardante Instagram: l’applicazione era stata lanciata solo due anni prima ed era già riuscita ad attrarre oltre trenta milioni d’utenti al momento dell’acquisto da parte di Zuckerberg. Nel giro breve tempo dall’ingresso sul mercato aveva dimostrato capacità straordinarie nell’attirare utenti grazie alla sua interfaccia semplice ed efficace focalizzata sulla condivisione fotografica.

WhatsApp ha seguito lo stesso percorso: nata nel 2009 durante una fase pionieristica delle app mobili, è diventata rapidamente uno strumento essenziale per la messaggistica istantanea su scala globale con centinaia milioni d’utenti attivi entro pochi anni dalla sua creazione.

Oggi sia Instagram che WhatsApp sono tra i servizi più utilizzati al mondo insieme a Facebook stesso; questo successo pone interrogativi sull’effettiva concorrenza presente sul mercato dei social media oggi dominato dalla triade formata da queste tre piattaforme sotto l’egida della società fondata da Zuckerberg.

L’antitrust americano contro Big Tech

Il processo contro Meta non si svolge in un vuoto normativo; fa parte delle azioni più ampie intraprese dall’antitrust americano nei confronti delle Big Tech negli ultimi anni. Le indagini hanno preso piede durante l’amministrazione Trump ma continuano sotto quella attuale guidata dal presidente Biden con rinnovato vigore.

Google è stata una delle prime grandi aziende ad affrontare accuse simili riguardanti pratiche anticoncorrenziali legate al suo motore di ricerca e ai suoi servizi pubblicitari online; recenti sviluppi indicano che potrebbe essere costretta a vendere alcune divisioni cruciali come Chrome o Android se dovesse perdere ulteriormente terreno nelle cause legali pendenti.

Anche Apple ed Amazon sono sotto osservazione: Apple viene accusata d’aver creato un ecosistema chiuso dove hardware e software operano sinergicamente escludendo concorrenti esterni mentre Amazon deve rispondere alle accuse relative alla creazione d’un monopolio illegale nell’e-commerce attraverso strategie aggressive sui prezzi.

Il caso contro Meta rappresenta quindi uno snodo cruciale non solo per la compagnia stessa ma anche per definire future politiche anti-monopolistiche negli Stati Uniti nei confronti del settore tecnologico sempre più influente nella vita quotidiana degli utenti globalmente.