“Poliziotta transgender aggredita a Trento: ‘Ho paura, sanno dove abito'”

25 Febbraio 202521:19

Una poliziotta transgender di 53 anni è stata vittima di una brutale aggressione da parte di tre ultras della ‘Nuova Guardia’ la notte del 14 febbraio. L’episodio è avvenuto in un bar vicino allo stadio Briamasco a Trento, dove la donna è stata colpita con calci, pugni e addirittura uno sgabello. La vittima ha espresso la sua preoccupazione, dichiarando: “Ho paura, mi conoscono e sanno dove abito”. Le indagini sono attualmente in corso e oggi si è svolta una manifestazione di solidarietà in città.

Dettagli dell’aggressione

La poliziotta, in servizio da 34 anni, ha raccontato che l’aggressione è iniziata dopo aver subito insulti omofobi e transfobici. In un momento di reazione, ha schiaffeggiato uno degli aggressori, scatenando una violenza inaspettata. Trasportata d’urgenza all’ospedale, ha riportato un naso rotto e un trauma cranico, necessitando di 22 punti di sutura e una prognosi di 30 giorni. In un’intervista al Corriere della Sera, ha rivelato che uno degli aggressori la conosceva, rendendo l’attacco ancora più inquietante.

Il contesto sociale e la transizione

Due anni fa, la poliziotta ha intrapreso il suo percorso di transizione, dopo che una psicologa le ha diagnosticato la disforia di genere. “Mi guardavo allo specchio e non riconoscevo la persona che sono”, ha dichiarato. Nonostante affermi di avere un buon rapporto con i colleghi, ha notato una mancanza di accettazione in una città come Trento, che considera piccola. Ha descritto esperienze di derisione e disprezzo, evidenziando come ci siano persone che la considerano “il peggio del peggio”. Tuttavia, ha affermato di non rimpiangere la sua reazione all’aggressione, sottolineando l’importanza di difendersi.

Reazioni e manifestazioni di solidarietà

La paura della poliziotta è palpabile, poiché teme per la sua sicurezza a causa della notorietà degli aggressori. Le autorità stanno esaminando le immagini delle videocamere di sorveglianza del locale per identificare i responsabili, che secondo la vittima hanno agito con un chiaro intento transfobico. La situazione ha suscitato reazioni a livello istituzionale, con il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che hanno espresso la loro vicinanza alla donna.

Oggi, 25 febbraio, si è svolta una manifestazione di solidarietà organizzata da Arcigay, con un corteo che ha attraversato la città, passando anche davanti al bar teatro dell’aggressione. Questo evento ha rappresentato un momento di unità e supporto per la vittima e per la comunità LGBTQ+, sottolineando l’importanza della lotta contro la violenza e la discriminazione.

This post was last modified on 25 Febbraio 2025 21:21

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