Polaris, conosciuta come la Stella Polare, è un corpo celeste che ha catturato l’attenzione dell’umanità per secoli. Situata a 325 anni luce dalla Terra nella costellazione dell’Orsa Minore, questa stella non è solo la più luminosa della sua costellazione, ma fa parte di un sistema triplo. In questo articolo esploreremo le caratteristiche di Polaris, il suo significato nel cielo notturno e cosa ci riserva il futuro in relazione alla sua posizione.
Caratteristiche di Polaris
Polaris è composta da tre stelle: Polaris A, una supergigante gialla; Polaris Ab e Polaris B, entrambe appartenenti alla classe F e leggermente più massicce del Sole. La stella principale, Polaris A, è anche una variabile cefeide. Questo significa che subisce cicli regolari di espansione e contrazione che causano variazioni nella luminosità. La magnitudine di Polaris A oscilla tra 1,86 e 2,13 ogni 3,97 giorni.
Questa caratteristica rende la Stella Polare particolarmente interessante per gli astronomi. Le cefeidi sono utilizzate come indicatori delle distanze cosmiche grazie alla loro prevedibilità nel ciclo luminoso. Inoltre, l’importanza storica di Polaris come punto di riferimento per i navigatori si deve proprio alla sua stabilità apparente nel cielo boreale.
Perché si chiama Stella Polare?
La denominazione “Stella Polare” deriva dalla posizione unica di Polaris nell’emisfero boreale. Essa si trova quasi allineata con l’asse terrestre; quindi indica il polo nord celeste con una certa precisione . Questa caratteristica rende invisibile la stella dall’emisfero australe mentre tutte le altre stelle sembrano ruotarle intorno durante le osservazioni notturne.
L’effetto della rotazione attorno a questa stella può essere osservato attraverso fotografie astrofotografiche note come startrails. Queste immagini mostrano le traiettorie delle stelle mentre si muovono nel cielo notturno attorno a un punto centrale rappresentato proprio da Polaris.
Come individuare Polaris
Individuare la Stella Polare non è difficile se si seguono alcune semplici regole pratiche. Una delle tecniche più comuni prevede l’utilizzo dei “puntatori” Dubhe e Merak dell’Orsa Maggiore . Tracciando mentalmente una linea tra queste due stelle ed estendendola cinque volte verso nord si arriverà direttamente a Polaris.
In alternativa ai metodi tradizionali basati sull’osservazione diretta del cielo stellato, oggi esistono anche applicazioni per smartphone che possono facilitare ulteriormente questo processo rendendo accessibili informazioni sulle posizioni delle costellazioni in tempo reale.
Il futuro della Stella Polare
Nonostante il suo status attuale come indicatore del polo nord celeste possa sembrare eterno agli occhi degli osservatori contemporanei, ciò non sarà sempre così a causa della precessione degli equinozi. Questo fenomeno naturale comporta un cambiamento graduale nell’orientamento dell’asse terrestre rispetto alle stelle fisse nel corso dei millenni.
Il movimento precessionale avviene ogni circa 25 mila anni; pertanto attualmente siamo in un periodo in cui Polaris occupa questa posizione privilegiata, ma già circa 12 mila anni fa era Vega ad assumere questo ruolo importante nei cieli notturni terrestri. Si prevede che Vega tornerà ad essere nuovamente la stella polare tra circa 14 mila anni quando l’asse terrestre avrà completato il suo ciclo completo.
La comprensione della dinamica stellare offre uno sguardo affascinante su quanto siano mutevoli i riferimenti astronomici attraverso i tempi geologici, evidenziando al contempo quanto sia prezioso studiare questi corpi celesti.
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