Cirella di Platì, una piccola comunità, è sopraffatta da una questione che sembra non avere fine: la carenza idrica. Nonostante le numerose segnalazioni e il passare del tempo, la situazione non è cambiata.
Gli abitanti continuano a vivere in difficoltà, spesso trovandosi senza acqua nei momenti più critici. Un tema ben noto a molti che riguarda non solo Cirella ma diverse località nella città metropolitana, dove a farne le spese è sempre il cittadino.
La carenza d’acqua a Cirella di Platì non è un fenomeno recente, ma una questione che si protrae da lungo tempo. Come spiegato dal Presidente del M.A.P., e già Candidato Sindaco di Platì, Dr. Pietro Marra, la situazione è paradossale. La comunità, dopo anni di attese e segnalazioni, si ritrova ancora una volta priva di un bene così fondamentale e vitale. Non è solo una mancanza di acqua, ma anche una mancanza di attenzione da parte delle istituzioni. Solo qualche parola sul tema da parte dell’amministrazione comunale e delle realtà coinvolte, come Sorical e Città Metropolitana. Tuttavia, i residenti di Cirella continuano a segnare una lotta quotidiana con la scarsità di risorse idriche, il che diventa insostenibile.
I cittadini sono stanchi di sentirsi trascurati; la frustrazione si accumula negli animi, eppure la speranza di un intervento sembra sempre più un miraggio lontano. Ogni anno si prospettano promesse ma i risultati stentano ad arrivare. Ci si domanda quindi se le voci sollevate troveranno finalmente ascolto, o se, come altre volte, si perderanno nel vuoto di una gestione inefficace e irrimediabilmente lenta.
L’appello alla solidarietà per la carenza idrica
Il Dr. Marra esprime una forte vicinanza alla comunità, evidenziando le responsabilità che ciascuna parte coinvolta deve assumere. La questione non è solo tecnica, si tratta di un vero e proprio atto di giustizia sociale. La lentezza degli interventi risulta intollerabile, specialmente quando il bisogno di acqua è così urgente e vitale. La gente di Cirella è costretta a soluzioni estreme, come trasportare l’acqua da aree vicine occorrendo ad una sorta di “commercio dell’acqua” che, oltre a essere poco igienico, è anche umiliante.
La responsabilità di affrontare questa crisi non può più essere delegata ad altre istituzioni o agenzie. Un cambiamento di direzione è necessario, mentre le persone continuano a cercare una risposta per questi disagi, e il Dr. Marra sembra aver messo il dito nella piaga di un problema più grande che affligge molti comuni. È incredibile pensare che nel 21esimo secolo ci si debba preoccupare di come e dove reperire la propria acqua potabile.
Il ruolo della protezione civile e le incertezze riguardo alle soluzioni
Il Presidente del M.A.P. ricorda anche la sua iniziativa passata con il “Gruppo comunale volontari di protezione civile”. Tale progetto appariva come una luce in fondo al tunnel, ma purtroppo dopo un inizio promettente, sembra che i progressi si siano fermati. Al momento, si fanno girare voci su soluzioni discutibili, come l’uso di AUTOSPURGHI per fornire acqua ai cittadini. È un approccio igienico e funzionale? Gli abitanti meritano di più di semplici palliativi; necessitano di un piano concreto, valido e a lungo termine.
La speranza di un miglioramento resta assopita, mentre la gente continua a lottare con risorse limitate e aspettative deluse. La protezione civile può e deve fare la sua parte, ma servono investimenti e strategie ben definite. Senza interventi mirati, la frustrazione e la sfiducia nei confronti delle istituzioni locali aumenteranno, creando un fossato sempre più profondo tra gli enti pubblici e i cittadini.
Stare a guardare non è più un’opzione. L’acqua è un diritto, non un privilegio. C’è bisogno di un’azione incisiva, capace di riportare la fiducia verso le istituzioni e risolvere finalmente una crisi che ha troppo a lungo tormentato la comunità di Cirella di Platì.