Le recenti notizie su Papa Francesco hanno suscitato un notevole interesse e preoccupazione. Attualmente ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma, il pontefice ha mostrato segni di miglioramento, ma i medici avvertono che ci vorranno ancora settimane prima di poter dichiarare il suo stato di salute completamente stabile. Nel frattempo, il sagrato della Basilica Vaticana è diventato un luogo di preghiera collettiva, dove cardinali e fedeli si uniscono per invocare la salute del Papa.
La salute del Papa
Papa Francesco ha raggiunto il tredicesimo giorno di ricovero, con una prognosi ancora riservata. Lunedì 25 febbraio 2025, non si sono verificati episodi acuti di difficoltà respiratoria e i parametri emodinamici sono rimasti stabili. È stata eseguita una TAC di controllo per monitorare l’evoluzione della polmonite bilaterale. Secondo il Corriere della Sera, le fluttuazioni nel suo stato di salute potrebbero indicare un cambiamento nella terapia. La ripresa nei pazienti anziani è spesso lenta, e l’antibiotico-resistenza è un aspetto cruciale da considerare. Gli esperti avvertono che, se un paziente non risponde ai trattamenti, è necessario approfondire gli esami di laboratorio per identificare gli antimicrobici più efficaci. Tuttavia, la stabilità dei valori emodinamici rappresenta un segnale positivo per il pontefice.
La terapia antibiotica
Il decorso clinico del Papa suggerisce che potrebbe essere all’inizio di una lunga ripresa. La malattia ha colpito più organi e, sebbene gli antibiotici siano efficaci contro i batteri, possono anche compromettere la flora batterica benefica, portando a potenziali effetti collaterali. Alcuni farmaci potrebbero aver causato danni ai reni, ma l’obiettivo principale rimane quello di combattere la polmonite e prevenire ulteriori crisi respiratorie, che fortunatamente non si sono verificate negli ultimi giorni. La terapia antibiotica potrebbe proseguire per un periodo di due settimane, ma al momento non è necessario un ricovero in terapia intensiva. È fondamentale un monitoraggio costante per rilevare tempestivamente eventuali peggioramenti.
Le veglie
Le veglie di preghiera per Papa Francesco si stanno svolgendo in tutto il mondo, con particolare intensità a Roma. Ogni sera, i cardinali si riuniscono in piazza San Pietro per recitare il rosario per gli infermi. Tra i partecipanti ci sono anche porporati che in passato hanno criticato il Papa. Secondo Il Giornale, alcuni di loro si sono presentati insieme dopo aver cenato a casa di un altro cardinale. Il Papa ha accolto la situazione con ironia, esprimendo il desiderio che le preghiere siano a suo favore e non contro di lui, un tema già affrontato in precedenti occasioni.
I cardinali e il prossimo conclave
La situazione attuale ha sollevato interrogativi sul futuro della Chiesa. Fonti vicine ai Sacri Palazzi rivelano che alcuni cardinali, noti per le loro critiche a Papa Francesco, si stanno riunendo non solo per pregare, ma anche per discutere strategie in vista di un possibile prossimo conclave. Tra i presenti, spicca il cardinale statunitense Raymond Leo Burke, noto per aver firmato i dubia su questioni dottrinali contro il pontefice. La sua presenza, insieme ad altri cardinali critici, ha suscitato preoccupazioni riguardo a possibili manovre politiche all’interno della Chiesa.
Chi sono gli anti-Bergoglio
Tra i cardinali critici figura anche Gerhard Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha espresso opinioni contrarie a diverse decisioni di Papa Francesco. Durante una celebrazione in onore di Benedetto XVI, Müller ha affermato che le benedizioni per le coppie gay non sarebbero mai state possibili sotto il pontificato del Papa tedesco. Anche il cardinale guineano Robert Sarah, un tempo figura di riferimento per l’ala tradizionalista della Curia, partecipa alle veglie, sebbene la sua influenza sia diminuita nel tempo.
In piazza a pregare
La presenza di cardinali critici in piazza San Pietro ha sollevato interrogativi sulla loro reale intenzione. Müller ha sottolineato che il Vaticano non è una monarchia in cui una sola persona decide per tutti. Anche il cardinale Angelo Becciu, condannato nel 2023 per la gestione dei fondi della Santa Sede, ha ribadito la sua lealtà a Papa Francesco, nonostante le difficoltà. La sua esperienza e il legame con il pontefice rimangono un tema di discussione tra i fedeli e i membri della Chiesa.