Il Papa invita a un multilateralismo efficace per affrontare la policrisi globale attuale

Papa Francesco, dal Policlinico Gemelli, chiede un multilateralismo efficace per affrontare la policrisi globale, denunciando la disumanizzazione e l’inefficacia degli organismi internazionali.
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Il Papa sottolinea l'importanza del multilateralismo per affrontare le sfide della policrisi globale nel 2025

Nel 2025, Papa Francesco ha rivolto un appello incisivo all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, sottolineando l’importanza di un multilateralismo efficace per affrontare le sfide globali. Il messaggio, inviato dal Policlinico Gemelli di Roma, dove il Pontefice è ricoverato dal 14 febbraio, esplora la complessità della cosiddetta “policrisi”, caratterizzata da conflitti, pandemie, cambiamenti climatici e innovazioni tecnologiche. Francesco ha chiarito che la tecnocrazia non rappresenta la soluzione ai problemi attuali e ha denunciato la crescente irrilevanza degli organismi internazionali, evidenziando la disumanizzazione causata dalla “legge del più forte”.

La complessità della policrisi globale

Il Papa ha descritto il contesto mondiale come un intrico di crisi interconnesse, dove guerre, epidemie e crisi climatiche si intrecciano con questioni energetiche e flussi migratori. In questo scenario, gli organismi internazionali sembrano perdere la loro efficacia, spesso ostacolati da dinamiche politiche che privilegiano interessi nazionali a scapito del bene comune. Francesco ha messo in evidenza come la pandemia di Covid-19 abbia rappresentato un’opportunità sprecata per una trasformazione sociale e culturale, auspicando un cambiamento profondo nelle coscienze e nelle pratiche sociali. La sua analisi invita a riflettere su come le resistenze al cambiamento, sia a livello individuale che collettivo, possano ostacolare il progresso verso un futuro migliore.

Rivedere cultura e antropologia

Il Pontefice ha enfatizzato l’importanza di rivedere i parametri culturali e antropologici, esortando a un ascolto attento delle voci scientifiche. Questo ascolto è cruciale per evitare di rimanere bloccati nelle proprie certezze e paure. Francesco ha richiamato l’attenzione sull’importanza dell’incontro con le persone e le loro storie, riconoscendo che la revisione dei nostri paradigmi è necessaria per affrontare le sfide attuali. Ha anche menzionato i gruppi di studio nati durante il percorso sinodale, esprimendo gratitudine per il lavoro svolto dalla Pontificia Accademia per la Vita, che ha contribuito a questa riflessione.

Una visione dinamica della scienza

Francesco ha descritto la scienza non come un sapere statico, ma come una visione dinamica della natura, da interpretare al di fuori di una mentalità tecnocratica. Ha avvertito che la dipendenza da una deregulation utilitarista e neoliberista porta a una disumanizzazione, imponendo la legge del più forte come unica regola. Citando il filosofo e gesuita Pierre Teilhard de Chardin, il Papa ha enfatizzato l’importanza delle relazioni e dell’interdipendenza tra tutti gli esseri viventi, suggerendo che la vera comprensione della creazione richiede un approccio integrato e rispettoso della complessità della vita.

Verso una vita autentica

Il Papa ha sottolineato che il cammino verso una vita autentica non può prescindere dalla speranza, intesa come un impulso verso il bene comune e non come una semplice rassegnazione. Ha richiamato le parole di Papa Benedetto XVI, evidenziando che la speranza si realizza solo all’interno di una comunità, dove il “noi” diventa fondamentale per ogni individuo. Questa dimensione comunitaria della speranza è essenziale per affrontare le crisi globali e promuovere un futuro di solidarietà.

La necessità di un multilateralismo efficace

Francesco ha concluso il suo messaggio sottolineando l’urgenza di promuovere un multilateralismo che non sia influenzato da interessi particolari o da circostanze politiche mutevoli. Ha esortato a lavorare per organizzazioni mondiali più efficaci, capaci di garantire il bene comune, combattere la fame e la miseria e difendere i diritti umani fondamentali. Questo compito, ha affermato, è urgente e riguarda l’intera umanità, richiedendo un impegno collettivo per costruire un futuro migliore.

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