Gershon Baskin, editorialista israeliano e attivista per la pace, ha recentemente espresso opinioni forti sulla situazione a Gaza, focalizzandosi sul blocco degli aiuti umanitari e sui raid aerei che hanno colpito diverse zone della Striscia. Le sue dichiarazioni sono emerse durante un’intervista con i media vaticani, dove ha evidenziato l’urgenza di un intervento decisivo per ripristinare la pace.
La fine della tregua
Baskin ha dichiarato chiaramente che “la tregua è finita”, sottolineando la riluttanza di Israele a entrare nella cosiddetta “fase due” del conflitto, che dovrebbe comportare la cessazione delle ostilità e il ritiro delle truppe. Secondo lui, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dimostrato inequivocabilmente la sua intenzione di proseguire la guerra, come evidenziato dalle sue promesse ai membri della destra nazionalista e religiosa, incluso il ministro Bezalel Smotrich. “Netanyahu continua a proclamare la necessità di combattere a Gaza fino alla vittoria finale su Hamas“, ha affermato Baskin, aggiungendo che una soluzione militare non potrà mai garantire una vittoria definitiva. L’attivista ha messo in luce come l’attuale strategia sembri più orientata alla sopravvivenza politica del governo di Netanyahu e alla sua posizione personale, piuttosto che a una risoluzione duratura del conflitto.
Le conseguenze del blocco degli aiuti
In merito al blocco degli aiuti umanitari, Baskin ha definito questa azione “un’orribile provocazione” che potrebbe riaccendere il conflitto. Ha avvertito che tale blocco avrà effetti devastanti sulla popolazione civile di Gaza, senza influenzare minimamente la capacità militare di Hamas. L’attivista ha sostenuto che esistono soluzioni politiche praticabili, che potrebbero essere attuate tramite mediazione e compromesso, per evitare un’escalation dei combattimenti. “Ci sono opzioni realistiche che potrebbero essere implementate immediatamente, attraverso il passaggio alla fase due delle negoziazioni”, ha chiarito Baskin, sottolineando che tali negoziati avrebbero dovuto iniziare già due settimane fa, secondo il calendario concordato, ma Israele ha scelto di ignorare questo impegno. Ha anche evidenziato che questa scelta implica l’abbandono degli ostaggi attualmente in mano a Hamas.
Baskin ha espresso la sua speranza che il presidente Donald Trump intervenga con determinazione per rilanciare le negoziazioni, utilizzando la stessa forza mostrata nel gennaio scorso per costringere entrambe le parti a un cessate il fuoco. La situazione a Gaza rimane critica e le parole di Baskin sottolineano la necessità di un intervento immediato e risolutivo per garantire la pace nella regione.