Per il sesto giorno consecutivo, il 1 marzo 2025, la Basilica di San Pietro a Roma ha ospitato la recita del Santo Rosario, un’iniziativa dedicata alla salute di Papa Francesco. A condurre questa significativa celebrazione spirituale è stato il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Durante il rito, il cardinale ha evidenziato come la Vergine Maria sia un faro di consolazione e speranza per tutti i partecipanti.
Un momento di raccoglimento e gratitudine
Nel cuore della Basilica, immersi in un’atmosfera di intensa spiritualità, i fedeli hanno accolto l’invito del cardinale Gugerotti. “Con lo sguardo fisso su Gesù, anche questa sera ci affidiamo a Colei che è ‘Madre della Chiesa’ e nostra Madre, in preghiera per la salute del Santo Padre Francesco”, ha esclamato il cardinale, le cui parole risuonavano tra le colonne del Bernini, creando un’eco di gratitudine e devozione. Nonostante la pioggia che ha colpito Roma, i partecipanti hanno trovato rifugio nella Basilica, unendosi per recitare il Rosario. Ombrelli aperti come fiori, i fedeli si sono radunati, alcuni già da tempo, altri giungendo in corsa per non perdere l’inizio della preghiera.
La figura di Maria come segno di speranza
In un contesto di silenzio solenne, interrotto solo dalle melodie della Schola Cantorum, il cardinale ha richiamato l’attenzione sull’icona della Vergine Maria, adornata di fiori bianchi. “Maria risplende sul nostro cammino come segno di consolazione e di sicura speranza“, ha affermato, sottolineando il ruolo centrale della figura materna nella vita dei credenti. La devozione era palpabile negli occhi dei cardinali, sacerdoti e laici presenti, tutti uniti in un momento di intensa spiritualità. La celebrazione ha visto la recita delle Ave Maria, accompagnata da letture del Vangelo di Luca, che hanno rievocato i momenti gioiosi della storia della salvezza.
Le riflessioni di Papa Francesco sulla gioia
Durante il Rosario, i partecipanti hanno meditato sui misteri che compongono la vita di Gesù, riflettendo sugli insegnamenti di Papa Francesco. Ogni mistero ha offerto spunti di riflessione, come l’annuncio dell’angelo Gabriele, che rappresenta “la festa del sì”, e la visita di Maria a Elisabetta, simbolo di una gioia che non può essere taciuta. La nascita di Gesù, che illumina la notte dell’umanità, è stata descritta come una speranza che non delude. La presentazione al tempio è stata vista come un momento di luce, un richiamo a cercare sempre la luce divina nella propria vita. Infine, il ritrovamento di Gesù tra i dottori del Tempio ha evocato un senso di stupore e meraviglia, segno di una fede viva e presente.
Una preghiera per la debolezza umana
Concludendo la celebrazione, il cardinale ha guidato i presenti in una preghiera per il Papa e per tutte le anime sofferenti. Le litanie hanno fatto da cornice a un momento di riflessione profonda, in cui la preghiera è diventata un dono per chi vive nella fragilità. L’orazione finale ha sottolineato l’importanza di sorreggere la “nostra debolezza” umana, un invito a cercare forza e sostegno nella fede e nella comunità.
La celebrazione del Rosario nella Basilica di San Pietro ha rappresentato un momento di unione e speranza, un richiamo alla fede in un periodo di difficoltà, con Maria sempre presente come guida e conforto.