Papa Francesco: un anniversario che segna la sua salute e le fratture nel Collegio dei cardinali - Socialmedialife.it
Il 13 marzo 2025 rappresenta una data significativa per Papa Francesco, che festeggia i dodici anni dalla sua elezione a pontefice. In questo periodo, il Papa ha affrontato sfide importanti e riforme nel mondo cattolico. Tuttavia, quest’anniversario è segnato da una triste realtà: il Pontefice è attualmente ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, dove si trova da quasi un mese. Le sue condizioni di salute preoccupano, e non ci sono ancora informazioni certe riguardo a un possibile ritorno a casa.
Nel suo lungo pontificato, Papa Francesco ha indetto dieci Concistori, creando un totale di 163 nuovi cardinali. Di questi, 109 sono attualmente al di sotto dei 80 anni, quindi sono considerati elettori in un futuro Conclave. Questo numero rappresenta un significativo equilibrio di potere all’interno del Collegio cardinalizio. Prima di Bergoglio, il tetto massimo di 120 cardinali elettori stabilito da Paolo VI ha subito una modifica con l’aumento della cifra, portando il totale attuale a 137, inclusi i cardinali nominati da suoi predecessori, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Questo allargamento destabilizza le tradizionali dinamiche del Conclave.
Il Collegio cardinalizio oggi è caratterizzato da una varietà di opinioni e visioni. Mentre i cardinali nominati da Bergoglio seguono in gran parte una visione progressista della Chiesa, quelli creati dai suoi predecessori includono una significativa rappresentanza di cardinali conservatori. Questo mix di approcci potrebbe influenzare notevolmente le decisioni future riguardo la leadership della Chiesa cattolica. Le sfide poste dalle differenze ideologiche potrebbero offuscare l’unità del Collegio, specialmente nel contesto dell’imminente Conclave.
La posizione di Papa Francesco, che ha cercato di allontanarsi da alcune tradizioni più rigidamente ortodosse, ha creato frizioni significative, soprattutto in alcune regioni. L’Africa, ad esempio, è rappresentata nel Collegio da 18 cardinali elettori, che si sono uniti nel criticare le scelte del Pontefice. Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa, emerge come una figura di spicco nel dissenso verso la direzione intrapresa da Bergoglio. Un particolare punto di rottura è stata l’approvazione della dichiarazione “Fiducia Supplicans”, che ha aperto la porta alla benedizione delle coppie omosessuali, una questione molto controversa in continenti con valori culturali e religiosi diversi.
Ambongo ha espresso il suo disappunto, affermando che tali decisioni non troveranno accoglienza in Africa, segnando un distacco profondo con la visione di Francesco. Questa situazione non è isolata; diversi altri cardinali, simbolicamente legati a un’interpretazione più tradizionale della fede, stanno anche loro esprimendo il loro malcontento. Lontano dai palazzi romani, il loro dissenso si fa sentire nei rispettivi paesi.
È interessante notare come, nonostante Francesco abbia nominato molti cardinali a lui vicini, alcuni di essi si siano rapidamente distaccati dalle sue idee. Il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, elevato alla porpora nel 2014, è uno dei critici più attivi nei confronti del Pontefice. Con lui, altre figure come Raymond Leo Burke e Robert Sarah, anch’essi esponenti di una linea più ortodossa, hanno intrapreso una sorta di “tenzone” per riportare la Chiesa a visioni più tradizionaliste.
Si vocifera che questi cardinali possano contare su un pacchetto di voti considerevole, preparando così il terreno per un Conclave che potrebbe, nelle loro intenzioni, rovesciare l’attuale stato delle cose. All’interno del Sacro Collegio, la spaccatura è palpabile e le alleanze si formano in risposta alle sfide poste dalla leadership del Papa. Il peso di questi dissensi sarà cruciale da monitorare negli sviluppi futuri.
Un altro punto critico del pontificato di Francesco riguarda le scelte geografiche per le nomine cardinalizie. Se da un lato l’intento era di includere diversi punti di vista e culture, dall’altro, molti dei nuovi cardinali provengono da aree troppo distanti per contendersi realmente il potere romano. Molti di questi presuli non si conoscono tra loro e sono privi di un’esperienza diretta nella gestione della Curia vaticana. Questo fattore potrebbe limitare la loro capacità di influenzare le decisioni durante un eventuale Conclave.
Il rischio che questi cardinali potrebbero indirizzarsi in votazioni seguendo le linee guida dei colleghi più esperti è concreto, e potrebbe influenzare in modo significativo il disegno futuro della Chiesa cattolica. La rete di relazioni e affinità personali gioca un ruolo fondamentale nell’orientare il voto e il futuro della leadership ecclesiastica. La situazione attuale richiede una riflessione profonda sulle strategie di nomina e sui legami che uniscono i membri della gerarchia ecclesiastica.
L’anniversario di Papa Francesco è quindi un momento di riflessione e rinnovato interesse per le dinamiche operative all’interno del Vaticano, in un contesto dove salute, geopolitica e visioni ecclesiastiche si intrecciano in modi complessi e significativi.