Papa Francesco: 38 giorni di ricovero e il riscontro dei medici al Gemelli

Papa Francesco, dopo 38 giorni di ricovero per polmonite severa e complicazioni, continua la convalescenza a Casa Santa Marta seguendo un piano terapeutico e fisioterapico.
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Papa Francesco ha recentemente concluso un lungo periodo di degenza di 38 giorni presso il Policlinico Gemelli a Roma. Durante queste settimane, i fedeli e i media hanno mostrato un crescente interesse per le sue condizioni di salute. Il professor Sergio Alfieri, che ha diretto l'équipe medica, ha fornito dettagli significativi riguardo alla gravità del ricovero, sottolineando le complicazioni avute dal Santo Padre e il successivo percorso di recupero.

La gravità del ricovero del Papa

Il professor Alfieri, nel briefing tenutosi ieri pomeriggio, ha svelato che Papa Francesco ha affrontato due episodi critici che lo hanno messo in pericolo di vita. Al momento dell'ammissione, il Papa presentava un'infezione polimicrobica, che ha portato a una polmonite bilaterale severa. Queste informazioni colpiscono profondamente, considerando la veneranda età di Francesco, che ha compiuto 88 anni lo scorso dicembre. Il chirurgo ha rassicurato, spiegando che, sebbene siano stati registrati momenti di preoccupazione, il Papa non è mai stato intubato e ha mantenuto la vigilanza e la lucidità durante tutto il periodo di ricovero.

Alfieri ha descritto il continuo monitoraggio del paziente da parte di una squadra dedicata di specialisti, che ha lavorato in sinergia per trattare le varie complicazioni emerse. È fondamentale notare che Francesco non è diabetico, sebbene abbia registrato una scompensazione della glicemia a causa della polmonite. Ulteriori indagini hanno escluso eventuali infezioni da Covid-19, e attualmente il Papa sta combattendo contro virus e miceti che necessitano di essere completamente eliminati prima di un totale ritorno alla normalità.

La convalescenza e il recupero del Santo Padre

Ora che il Papa è trasferito a Casa Santa Marta, il suo processo di guarigione continua. Il professor Alfieri ha specificato che Francesco dovrà seguire un piano di trattamento terapeutico orale, da abbinare a sedute di fisioterapia respiratoria e motoria. Un aspetto cruciale della sua convalescenza consiste nel rispetto di almeno due mesi di riposo, durante i quali gli sarà impossibile effettuare udienze pubbliche o incontri ravvicinati. Questa misura è consigliata per prevenire contagi, dato il suo stato di salute delicato.

Durante la degenza, i medici hanno riscontrato un impatto sulla voce del Pontefice, un sintomo comune dopo una polmonite e l'assunzione di ossigeno. Tuttavia, i medici hanno confermato che già dopo dieci giorni si sono potuti notare miglioramenti significativi. La ripresa della parola sarà monitorata con attenzione, anche se le tempistiche esatte rimangono sconosciute.

Il monitoraggio e le preoccupazioni future

Con la ripresa a Casa Santa Marta, il professor Alfieri ha affrontato le preoccupazioni riguardo al rischio di nuove complicazioni. Sebbene ogni paziente anziano possa avere una certa vulnerabilità, ha assicurato che non ci sono motivi di allerta particolare. Sarà il personale medico a continuare a supervisionare la salute del Papa, fornendo assistenza continua e monitorando eventuali sviluppi.

Riflettendo sul decorso della malattia, il chirurgo ha voluto evidenziare il supporto ricevuto da tutto il personale del Gemelli. Ognuno, con le proprie competenze, ha contribuito a una cura completa e attenta. La salute del Santo Padre è ora in fase di miglioramento, anche se resta necessario seguire i protocolli stabiliti dai medici.

Infine, Alfieri ha menzionato la perdita di peso del Papa durante il ricovero, specificando che, nonostante il calo, il Pontefice ha sempre mantenuto un'alimentazione sufficiente. Con il miglioramento delle sue condizioni, si prevede che l'apporto calorico torni ai livelli normali, facilitando ulteriormente il processo di recupero.

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