L’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto la notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, ha riaperto il dibattito pubblico e giuridico attorno al caso di Moussa Sangare, l’imputato principale. Nella recente udienza, il 31enne ha annunciato il ritiro della sua confessione, fornendo dettagli forieri di sviluppi significativi nel processo. Questo articolo esplorerà gli eventi salienti del caso e il contesto giuridico in cui si sta svolgendo.
La confessione iniziale e il ritiro
Moussa Sangare era stato accusato di aver assassinato Sharon Verzeni con una serie di coltellate in strada. Durante la sua prima confessione, resa a distanza di un mese dal crimine, aveva fornito agli investigatori dettagli precisi sulle sue azioni quella notte. Tuttavia, in aula, ha cambiato versione, affermando di essere stato influenzato dalle forze dell’ordine e sostenendo di essere innocente. Secondo il suo avvocato, Giacomo Maj, questa dichiarazione di innocenza ha occupato un ampio intervento di dieci-quindici minuti durante l’udienza.
Il ritiro della confessione ha spiazzato sia la corte che i familiari della vittima. Già in passato, Sangare aveva rilasciato dichiarazioni multiple, confermando sistematicamente la propria colpevolezza. Tuttavia, durante questo ultimo incontro con la giustizia, ha rimesso in discussione ogni affermazione, adottando una posizione difensiva che ha messo in rilievo le contraddizioni nel suo comportamento passato.
La perizia psichiatrica e i prossimi passi processuali
Per valutare la capacità di Sangare di affrontare il processo, il giudice ha disposto una perizia psichiatrica. Questo esame, condotto dalla dottoressa Giuseppina Paulillo, inizierà il primo aprile 2025 e la relazione finale dovrà essere presentata entro quaranta giorni. L’udienza successiva al processo per l’omicidio di Sharon Verzeni è stata programmata per il 22 settembre, ma prima di ciò, l’imputato dovrà affrontare ulteriori accuse di maltrattamenti nei confronti dei familiari.
In tale procedura, la difesa ha di nuovo invocato la necessità di una perizia psichiatrica, sottolineando i presunti problemi mentali di Sangare. Questo approccio evidenzia una strategia di difesa che non mira solo a considerare il crimine di omicidio, ma cerca anche di contestualizzare il comportamento dell’imputato in relazione alla sua presunta instabilità mentale. Le udienze per le altre accuse sono state fissate per il 9 aprile, senza che la madre e la sorella di Sangare si siano costituite parte civile.
Reazioni della famiglia di Sharon Verzeni
La famiglia di Sharon Verzeni ha espresso profonda sofferenza e disagio per il ritiro della confessione da parte di Sangare. Luigi Scudieri, legale della famiglia e del compagno della vittima, Sergio Ruocco, ha commentato come l’udienza sia stata una pesante prova emotiva. I familiari di Sharon hanno dovuto affrontare non solo la perdita della loro amata, ma anche la dolorosa esperienza di assistere a un processo che si presenta sempre più intricato.
La confessione, inizialmente considerata come una confessione senza ombre, ha ora assunto contorni complessi, portando con sé un senso di ingiustizia per la famiglia. Scudieri ha sottolineato la gravità della situazione, in virtù delle ripetute dichiarazioni di colpevolezza da parte di Sangare precedentemente, creando un dibattito sulle pressioni che possono aver influenzato il suo ritiro.
Il legale ha segnalato con preoccupazione il vuoto di verità che la perdita di una confessione porta con sé, alimentando frustrazione e sgomento all’interno della famiglia Verzeni. È evidente che queste ripercussioni non si limitano agli aspetti legali, ma toccano profondamente la vita delle persone coinvolte e delle loro comunità .
Comportamenti sospetti e prove a carico
Le indagini hanno rivelato comportamenti ambigui da parte di Sangare sia nel periodo precedente che dopo l’omicidio. Secondo i documenti, egli avrebbe minacciato diversi individui e mostrato segni di violenza che fanno supporre un quadro di inquietante inquietudine. Dopo il presunto delitto, infatti, avrebbe tentato di eludere la cattura modificando l’aspetto e cambiando i componenti della sua bicicletta in un evidente tentativo di nascondere la propria identità .
I dettagli emersi sulle modalità di comportamento di Sangare pongono interrogativi sulla sua capacità di intendere e di volere. L’avvocato Scudieri ha sottolineato che il suo modo di agire per evitare la cattura parla di una lucidità maggiore di quanto si tenti di sostenere attraverso la difesa. Si è anche evidenziato un collegamento tra il DNA di Sharon e un dettaglio cruciale, come quello di trovare la traccia della vittima sulla bicicletta di Sangare, particolarmente sull’unico pezzo dell’oggetto che non era stato modificato.
Questo elemento rappresenta una prova importante, che crea ulteriori complicazioni nella narrativa difensiva. La complessità del caso continua a crescere, mentre l’attenzione della corte e l’aspettativa della famiglia Verzeni rimangono elevate in attesa della prossima udienza.