A Roma, il giorno di Pasqua ha visto l’inaugurazione di un nuovo murales dell’artista Harry Greb. Situato in via della Lungaretta, sulle pareti della Chiesa di Santa Margherita a Trastevere, l’opera intitolata “L’Angelo” porta con sé un messaggio profondo e attuale. L’artista utilizza la figura dell’angelo come simbolo della Pasqua, ma la sua interpretazione si allontana dalla tradizionale iconografia religiosa per affrontare temi drammatici legati alla guerra e alla libertà di stampa.
Il significato del murales
“L’Angelo” rappresenta una riflessione sulla condizione dei giornalisti che operano in contesti di conflitto. Secondo Greb, l’angelo ritratto tiene tra le braccia un bambino innocente, richiamando l’attenzione sul tragico sterminio che avviene in Palestina e su come molti reporter perdono la vita nel tentativo di raccontare queste atrocità. La scelta del soggetto non è casuale; il murales vuole essere una denuncia contro la violenza subita da chi cerca solo di informare il mondo su ciò che accade nei luoghi più colpiti dalla guerra.
Inoltre, nell’opera compare anche una colomba impaurita che trova riparo nel giubbetto antiproiettile indossato dai giornalisti nelle zone calde del pianeta. Questo elemento simboleggia non solo la vita e la pace ma anche il rischio costante affrontato da chi lavora per portare alla luce verità scomode. La colomba diventa così emblema della fragilità della pace in contesti segnati dal conflitto.
Un monito ai colleghi
Harry Greb non si limita a celebrare i martiri del giornalismo; attraverso “L’Angelo”, invita anche i suoi colleghi a riflettere sulla loro responsabilità professionale. L’artista sottolinea come ci siano reporter che scelgono deliberatamente di ignorare o manipolare le notizie riguardanti situazioni critiche come quella palestinese. Questa parte dell’opera funge quindi da monito: ogni narrazione può influenzare profondamente l’opinione pubblica e rendere complici coloro che decidono consapevolmente di distorcere i fatti.
Il messaggio è chiaro: raccontare significa assumersi delle responsabilità etiche verso le vittime delle guerre e verso chi cerca giustizia attraverso le parole scritte o parlate. In questo senso, “L’Angelo” diventa non solo un’opera d’arte ma anche uno strumento potente per stimolare discussioni importanti sul ruolo dei media nella società contemporanea.
Un evento significativo per Trastevere
La realizzazione del murales ha attirato numerosi visitatori nella storica zona romana durante il giorno festivo della Pasqua. Molti passanti hanno espresso apprezzamento per l’impatto visivo ed emotivo dell’opera, riconoscendo al contempo l’importanza dei temi trattati dall’artista. La scelta strategica del luogo – vicino a una chiesa – amplifica ulteriormente il messaggio spirituale legato alla Pasqua stesso: rinascita e speranza sono possibili anche nei momenti più bui.
Questo nuovo intervento artistico arricchisce ulteriormente il panorama culturale romano già noto per i suoi numerosi murales evocativi presenti nei vari quartieri della città eterna. Con opere come quella realizzata da Harry Greb, Roma continua ad affermarsi come palcoscenico ideale dove arte contemporanea e impegno sociale si intrecciano profondamente.
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