Nuove rivelazioni sulle cause della morte di Liliana Resinovich: si tratta di un omicidio? - Socialmedialife.it
Le ultime scoperte sul caso di Liliana Resinovich, scomparsa nel dicembre 2021 e trovata morta in circostanze misteriose, prendono forma attraverso la super perizia redatta da un team di esperti. Questi specialisti, tra cui Cristina Cattaneo, Stefano Vanin e Stefano Tambuzzi, hanno messo in evidenza come le lesioni traumatiche sul corpo della vittima non possano essere spiegate da un evento accidentale. Al contrario, emerge uno scenario inquietante in cui il coinvolgimento di una terza persona è ritenuto cruciale per comprendere le cause del decesso.
Dopo un’attenta analisi, gli esperti hanno evidenziato che “le evidenze tecniche a disposizione convergono a delineare uno scenario in cui solo una dinamica omicidiaria, attuata attraverso una soffocazione esterna diretta, trova una motivazione tecnica concreta”. Nonostante le ipotesi di un suicidio, lo studio ha chiarito come non vi siano prove a supporto di tale teoria, rendendo evidente la necessità di ulteriori indagini per individuare la verità delle circostanze che hanno portato alla morte di Resinovich.
A supporto delle conclusioni, è emerso che diversi elementi biologici sono stati rinvenuti in prossimità e sul corpo della vittima, come pelo e capelli, che potrebbero fornire informazioni cruciali sull’identità di eventuali aggressori. Pertanto, gli esperti suggeriscono approfondimenti genetici tramite tecnologie avanzate come il sequenziamento ultramassivo , per esplorare eventuali legami con terze persone. Il campionamento di materiale genetico esistente è altrettanto importante per rivelare dettagli aggiuntivi sull’accaduto.
La perizia stabilisce che la causa di morte sia attribuibile a “asfissia meccanica esterna”, meglio conosciuta come soffocazione. Questa sarebbe avvenuta in concomitanza o immediatamente dopo l’applicazione di lesioni contusive sulla testa e probabilmente su altre zone del corpo, come il torace e gli arti. È indicato che la morte sarebbe avvenuta con “elevatissima probabilità” nella mattinata del 14 dicembre 2021, il giorno della scomparsa di Resinovich. Le analisi portano a ritenere che il corpo sia rimasto nel medesimo luogo in cui è stato rinvenuto.
Un altro aspetto significativo è l’assenza di qualsiasi indizio di un possibile congelamento del corpo, che aveva suscitato ipotesi e discussioni in merito alla posizione in cui è stato scoperto. Tali risultati influiscono notevolmente sulle indagini e sulla possibilità di individuare eventuali sospetti.
Dopo la pubblicazione della consulenza, che si estende per oltre 200 pagine, la Procura di Trieste sta procedendo con attenzione per analizzare ogni elemento. Il procuratore facente funzioni, Federico Frezza, ha visionato per primo il rapporto, ora assegnato alla pm Ilaria Iozzi, che avrà il compito di seguire le indicazioni degli esperti e coordinare eventuali nuove iniziative investigative.
Attualmente, non risultano provvedimenti di misura cautelare nei confronti di nessun sospetto, ma gli inquirenti stanno esaminando il materiale già raccolto nella fase iniziale delle indagini. Ogni passo avanti in questo caso potrebbe portare a nuove scoperte e cambiamenti significativi, sollevando ulteriormente l’attenzione dell’opinione pubblica su un mistero che continua a inquietare.