Nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi: i risultati del tampone salivare e i vecchi interrogativi

Riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi: Andrea Sempio sottoposto a tampone salivare per analisi del DNA, mentre i carabinieri rivedono prove e testimonianze in un caso irrisolto dal 2007.
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Nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi: i risultati del tampone salivare e i vecchi interrogativi - Socialmedialife.it

La recente riapertura delle indagini sul caso dell’omicidio di Chiara Poggi ha riportato l’attenzione su una vicenda che affonda le radici nel 2007. L’amico del fratello della vittima, Andrea Sempio, è stato nuovamente indagato dalla Procura di Pavia. In questo contesto, un tampone salivare eseguito presso la caserma Montebello di Milano rappresenta un passo significativo, anche se non del tutto conclusivo. La sensibilità mediatica e le dinamiche giuridiche rendono questo caso di particolare rilevanza.

L’arrivo di Andrea Sempio alla caserma Montebello

Ieri, Andrea Sempio ha fatto il suo ingresso nella caserma Montebello di Milano, poco dopo il suo 37esimo compleanno. Il giovane, che all’epoca dei fatti aveva solo 19 anni, è apparso determinato, camminando attraverso un gruppo di cronisti senza rilasciare dichiarazioni. Accompagnato dai suoi legali, Massimo Lovati e Angela Taccia, Sempio ha partecipato a un procedimento che prevede l’analisi del suo Dna tramite un tampone salivare. Questo campione sarà comparato con il Dna trovato sulle unghie della vittima, Chiara Poggi, il cui omicidio rimane un caso irrisolto e controverso.

Sebbene l’esame del Dna non sia complesso in sé, la tempistica di ricezione dei risultati potrebbe protrarsi per un mese o più, complicata dalle procedure legali enunciate dalla Procura di Pavia che dovrà informare l’indagato e la famiglia della vittima, consentendo eventuali consulenti di partecipare all’analisi. Ciò significa che non sarà prima di aprile che si potrà avere una risposta in merito alla corrispondenza tra il Dna di Sempio e quello della vittima.

Pertanto, anche se il test risulterà positivo, potrebbe non bastare da solo per avviare nuovi procedimenti penali contro Sempio, il quale già aveva vissuto un’indagine archiviata per lo stesso omicidio nel 2015. Le aspettative riguardo ai risultati del tampone sono altissime, ma si intrecciano a complessità legali che richiedono pazienza e scrupolo.

Il lavoro degli investigatori sui reperti e i testimoni

In parallelo all’analisi del Dna, il nucleo investigativo dei carabinieri di Milano sta portando avanti un’approfondita revisione dei reperti legati al caso. Sotto la direzione del colonnello Antonio Coppola, questo team si è dedicato a un’accurata raccolta delle prove, spesso già analizzate in passato, a quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi e a più di nove anni dalla condanna definitiva di Alberto Stasi. L’obiettivo è accertare quanto delle testimonianze e delle prove siano state correttamente conservate nel corso degli anni per tutelare l’integrità dell’indagine.

In questo contesto, le audizioni dei testimoni si presentano come un capitolo delicato, da gestire con attenzione sia per il lungo lasso di tempo passato sin dall’agosto 2007, sia per l’impatto che i processi, sia mediatici che giudiziari, hanno avuto sulle percezioni pubbliche a Garlasco. Le informazioni da raccogliere sono molteplici e richiederanno un attento esame, inclusa la revisione delle intercettazioni, che devono essere selezionate e riascoltate.

Questo rimodellamento delle indagini presso i carabinieri di Milano è fondamentale per portare luce sulle parti oscure del caso e comprendere appieno i vari elementi che potrebbero influenzare gli esiti giuridici.

La posizione e le dichiarazioni dei legali di Sempio

Gli avvocati di Andrea Sempio hanno espresso una certa serenità riguardo all’andamento delle indagini. Angela Taccia, uno degli avvocati, ha affermato che il giovane si sente tranquillo e disposto a collaborare pienamente, convinto della sua innocenza. “Per lui, non esiste alcun legame con Chiara Poggi.” I rappresentanti legali di Sempio hanno messo in discussione l’indagine del 2017, definendola una “macchinazione” e hanno sollevato interrogativi sull’affidabilità della medesima ricerca investigativa.

Il tono ottimista della difesa contrasta con l’oggettività delle evidenze e delle accuse che continuano a riemergere. Le affermazioni di Sempio e dei suoi legali suonano come un’ulteriore sfida per gli inquirenti, che devono chiarire i dettagli e le circostanze relative al caso per proseguire.

Gli elementi controversi e le anomalie nelle indagini

Alcuni aspetti controversi del caso sono tornati a essere al centro dell’attenzione grazie alle indagini dei carabinieri di Milano. Già nel 2020, gli inquirenti avevano redatto un’informativa alla Procura di Pavia per richiedere approfondimenti su presunti elementi poco considerati nel precedente procedimento. Le segnalazioni includevano anomalie investigative, dall’analisi di impronte digitali su “dispenser” e lavandino a rilievi su capelli e sangue, che richiedevano un riesame.

Le interrogazioni sugli allarmi lanciati riguardanti presunti episodi di bothering subito dall’avvocato di Stasi, Giada Bocellari, hanno portato a una revisione degli atti investigativi che avevano condotto a un’archiviazione. Un nuovo capitolo di approfondimento ha così messo in discussione le conclusioni precedentemente raggiunte. Alcuni di questi punti, già valutati in passato, sono stati riesaminati, facendo rivivere dubbi e interrogativi che sembravano sepolti profondamente.

La volontà di rivalutare le posizioni sui presunti sospetti solleva interrogativi su come il caso di Chiara Poggi possa evolversi in un contesto giuridico così complesso e ricco di nuance. Le indagini attuali potrebbero far emergere nuovi scenari, tuttavia, sono le prove concrete e la loro analisi approfondita che delineeranno il futuro di questo caso intricato.

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