Gli astrofisici hanno recentemente presentato una mappa tridimensionale dell’Universo, frutto di un’analisi approfondita di oltre 4 milioni di galassie e quasar. Questo progetto, che ha coinvolto centinaia di scienziati da circa trenta istituzioni in tutto il mondo, offre nuove informazioni sulla storia dell’espansione cosmica. La ricerca è stata condotta nell’ambito dello Sloan Digital Sky Survey e rappresenta un passo significativo nella comprensione della struttura e dell’evoluzione del nostro Universo.
Il ruolo dello Sloan Digital Sky Survey
La nuova mappa si basa sulle osservazioni effettuate dallo Sloan Digital Sky Survey, in particolare dal suo progetto “Extended Baryon Oscillation Spectroscopic Survey” . Questo programma ha utilizzato un telescopio ottico situato nel New Mexico per raccogliere dati per sei anni. Gli scienziati hanno potuto così analizzare l’universo nei suoi primi stadi post-Big Bang, quando era ancora “infantile”. Le misurazioni ottenute sono state fondamentali per migliorare la comprensione delle dinamiche cosmiche attraverso i millenni.
L’universo primordiale è stato studiato anche grazie all’osservazione del fondo cosmico a microonde, una radiazione elettromagnetica che ci permette di osservare le condizioni iniziali del cosmo. Inoltre, le analisi delle galassie e delle loro distanze hanno contribuito a delineare meglio come l’espansione dell’Universo si sia evoluta nel tempo.
Dettagli della mappa 3D
La nuova mappa tridimensionale rivela filamenti di materia e vuoti che definiscono con maggiore precisione la struttura dell’Universo sin dai suoi inizi. I ricercatori hanno esaminato le galassie più antiche e rosse risalenti a sei miliardi di anni fa per ottenere una visione chiara della formazione strutturale del cosmo. Per epoche più remote sono stati utilizzati quasar, nuclei galattici attivi estremamente luminosi che forniscono indizi cruciali sulla storia universale.
Un aspetto interessante emerso dalla ricerca è l’accelerazione nell’espansione dell’Universo avvenuta in un determinato momento storico. Questa accelerazione sembra essere influenzata dalla presenza di energia oscura, una forma misteriosa ed invisibile che si integra nella teoria della relatività generale proposta da Albert Einstein ma la cui natura rimane ancora poco compresa dagli scienziati.
L’espansione continua: costante di Hubble
Da anni gli astrofisici sanno che l’Universo sta espandendo ma misurare con precisione questa espansione non è stato semplice. Le recenti comparazioni tra i dati ottenuti dall’eBOSS e quelli provenienti da studi precedenti sull’universo primordiale hanno rivelato discrepanze significative nelle stime relative al tasso d’espansione cosmica.
Attualmente il valore accettato della costante di Hubble indica un tasso d’espansione circa il dieci percento più lento rispetto ai calcoli basati sulle distanze tra le galassie vicine alla Terra. Queste differenze sollevano interrogativi importanti sul nostro modello attuale della fisica cosmologica e potrebbero indicare la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi alla base dell’evoluzione universale.
Questa nuova scoperta rappresenta quindi non solo un avanzamento scientifico significativo ma anche uno stimolo a continuare ad esplorare i misteri del nostro universo sempre più complesso.