Il 16 marzo 1978 la storia italiana subì un colpo devastante con il sequestro di Aldo Moro, seguito dalla strage di via Fani, in cui morirono cinque uomini della scorta. A distanza di 47 anni, emerge un potenziale punto cruciale nell’indagine. Il legale dei familiari delle vittime, Valter Biscotti, ha annunciato l’intenzione di presentare un’istanza alla procura di Roma per chiedere di interrogare Lauro Azzolini, ex membro delle Brigate Rosse. Recenti intercettazioni, legate a un’inchiesta su un episodio diverso avvenuto in Piemonte, suggeriscono la presenza di un altro soggetto, fino ad ora mai indagato, sul luogo del sequestro e della strage. Le famiglie delle vittime ora chiedono chiarezza su questo nuovo sviluppo.
L’istanza alla procura di Roma
Valter Biscotti, avvocato che rappresenta i familiari delle vittime della strage di via Fani, si prepara a presentare un’istanza per ascoltare Lauro Azzolini, il quale è stato coinvolto in un’inchiesta che ha fatto emergere nuove informazioni. Nel corso delle intercettazioni effettuate nel 2023, Azzolini ha menzionato l’esistenza di un “altro soggetto” presente durante il rapimento di Aldo Moro. Questo nome è nuovo e sconosciuto alle indagini già condotte. La volontà delle famiglie delle vittime di scoprire maggiori dettagli si fa sempre più pressante.
Davide Steccanella, avvocato di Azzolini, ha commentato brevemente la questione, evidenziando che non intende approfondire le iniziative di Biscotti, dato che non si occupa dei procedimenti legati al suo cliente. Questa situazione, però, rappresenta un ulteriore capitolo in un’inchiesta che ha visto troppe ombre rimanere irrisolte nel corso degli anni. Le famiglie delle vittime, dopo decenni di silenzio e incertezze, sembrano ora avere un barlume di speranza legato a questa potenziale nuova pista investigativa.
Le indagini legate alla Cascina Spiotta
Le novità nel caso Aldo Moro si collegano all’inchiesta su un precedente scontro tra le forze dell’ordine e i brigatisti avvenuto presso la Cascina Spiotta di Arzello nel 1975. In quell’episodio, nel quale si tentava di liberare l’imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, morirono due persone: l’appuntato Giovanni D’Alfonso e la brigatista Margherita Cagol, compagna di Renato Curcio. Le indagini su questa sparatoria, avviate nel 2021, hanno chiuso le indagini preliminari nel febbraio dell’anno scorso.
Nel corso di questa inchiesta, sono emerse intercettazioni significative condotte dal Ros di Torino, tra le quali ci sono state conversazioni di Azzolini. L’ex brigatista ha messo in relazione l’agguato di via Fani con la sparatoria della Cascina Spiotta, tirando in ballo un nuovo soggetto mai indagato in precedenza. La consulenza di Biscotti suggerisce che ci sia necessità di un approfondimento su quanto emerso, portando a nuove interrogazioni e verifiche.
Reazioni e omaggi alle vittime di via Fani
Il 16 marzo ricorre l’anniversario della strage di via Fani, e l’Italia ha commemorato le vittime di questo drammatico evento. Figures di spicco, come il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il capo della Polizia, Vittorio Pisani, hanno espresso il loro rispetto e omaggio per coloro che persero la vita quel giorno. Questa ricorrenza non solo serve a rinnovare la memoria storica, ma sottolinea anche le cicatrici lasciate dalla violenza delle Brigate Rosse nella società italiana.
Dopo quasi cinque decenni, l’ombra del sequestro di Aldo Moro continua a pesare sulla sua eredità. Le indagini attuali e gli sviluppi recenti potrebbero gettare nuova luce su un evento che ha segnato indelebilmente la storia italiana. Le famiglie delle vittime aspettano risposte, mentre il sistema giudiziario si prepara a valutare nuove informazioni che potrebbero muovere il caso in direzioni finora sconosciute.