L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto quasi 18 anni fa, continua a far discutere e ad attirare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Con la recente riapertura delle indagini a carico di Andrea Sempio, si riaccendono i riflettori su un caso che ha già visto Alberto Stasi condannato in via definitiva nel 2015. Sempio è ora accusato di aver contribuito alla morte della giovane, e la situazione si complica ulteriormente con l’analisi delle evidenze del Dna. In questo articolo analizziamo le fasi cruciali di un’inchiesta che ha attraversato anni e cambiamenti, riportando alla luce nuovi interrogativi.
Le accuse a Andrea Sempio
All’età di 37 anni, Andrea Sempio torna a essere al centro delle cronache, dopo essere stato indagato otto anni fa, con l’indagine che era stata successivamente archiviata. Recentemente, la Procura di Pavia ha emesso un avviso di garanzia nei suoi confronti per omicidio, affermando che “con il concorso di altri soggetti o con Alberto Stasi cagiona la morte” di Chiara Poggi. Adesso Sempio dovrà sottoporsi a un esame del Dna il prossimo giovedì 13 marzo. La decisione della Procura è il risultato di un’inchiesta portata avanti da diversi anni, durante la quale è emersa un’importante evidenza: il Dna maschile rinvenuto sotto le unghie della vittima corrisponde al profilo genetico di Sempio. Questo è stato ottenuto mediante analisi effettuate da un investigatore privato e da campioni di Dna prelevati da oggetti personali di Sempio, il quale ha mostrato grande sorpresa per le nuove accuse.
L’importanza del Dna
Nel corso delle indagini originali, il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi aveva già attirato l’attenzione degli inquirenti. L’analisi era stata al centro di un esposto presentato dai legali di Alberto Stasi. Nel frattempo, Sempio era già stato identificato come un possibile coinvolto, ma il caso era stato archiviato nel 2016. Tuttavia, la tecnologia scientifica è avanzata, e questo ha riaperto la porta a nuove indagini. La Procura ha presentato una nuova relazione che riconsidera le tracce genetiche in modo più dettagliato, e questo ha sollevato interrogativi su quanto fosse attendibile il Dna inizialmente rinvenuto. Le nuove ricerche indicano che il Dna di Sempio trovava il modo di finire sulle unghie di Chiara durante contatti indiretti, il che ha sollevato ulteriori questioni sulla validità delle prove.
Le difficoltà nella ricerca della verità
Nonostante le nuove prove, ci sono molte complicazioni legate a questo caso. Gli avvocati di Stasi sono ancora in attesa di risultati per una rivalutazione del Dna, ma ci sono delle resistenze basate su quanto già stabilito in occasione del processo. La questione più complessa rimane che, già nel 2016, esperti avevano affermato l’impossibilità di considerare il materiale genetico come una prova decisiva. Ci sono già state considerazioni sul fatto che Sempio indossava scarpe di un numero diverso rispetto a quelle che l’assassino avrebbe dovuto utilizzare, e che la bicicletta in suo possesso non corrisponde a quella avvistata nei pressi dell’abitazione della vittima. Questi aspetti contribuiscono a rendere l’immagine di un possibile colpevole ancora più fumosa.
Elementi chiave del giorno dell’omicidio
Il giorno del delitto, il 13 agosto 2007, Sempio ha fornito un alibi per il momento cruciale dell’omicidio. Secondo le sue dichiarazioni, era a casa con suo padre fino a circa le 9:50, prima di allontanarsi per raggiungere Vigevano in soli 15 minuti. Presentò lo scontrino del parcheggio che dimostrava la sua presenza in un’altra località mentre l’omicidio avveniva. Le contraddizioni nelle testimonianze e i dettagli riguardanti le prove fisiche rimangono elementi da analizzare con attenzione, ma la Procura continua a lavorare per raccogliere informazioni definitive. È evidente come la questione di Chiara Poggi risulti complessa per non dire labirintica, con interventi legali e evoluzioni scientifiche che continuano a influenzare l’indagine. Questi eventi mostrano quanto sia difficile raggiungere una verità giuridica definitiva in casi di tale spessore emotivo e mediatico.