Ucraina, l’Ue si unisce per supportare Kiev e approva un nuovo pacchetto di sanzioni a Mosca

L’Unione Europea approva il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, mentre i leader europei visitano Kiev per rafforzare il supporto all’Ucraina e discutere aiuti militari.
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l'unione europea approva nuove sanzioni contro mosca per sostenere l'ucraina nel 2025, rafforzando la solidarietà con kiev

L’Unione Europea ha dato il via libera al sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, un passo cruciale nel contesto del conflitto in Ucraina. Questa decisione arriva mentre l’Europa cerca di mantenere un fronte unito di fronte all’offensiva diplomatica degli Stati Uniti, guidata dall’ex presidente Donald Trump, che ha avviato colloqui con Mosca in Arabia Saudita, escludendo l’Ucraina e l’Unione Europea dalle trattative. Kaja Kallas, Alta Rappresentante dell’UE, ha ribadito a Bruxelles che “nessun accordo sarà valido senza la partecipazione dell’UE e dell’Ucraina“, sottolineando l’importanza di un approccio coeso.

I commissari ue a Kiev

Il 6 marzo 2025, una delegazione di alto livello dell’Unione Europea, composta dalla presidente Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, ha visitato Kiev per esprimere il supporto dell’UE all’Ucraina, attualmente sotto attacco russo. Durante la visita, Costa ha affermato che “la pace non può limitarsi a un semplice cessate il fuoco, ma deve essere un accordo duraturo”. Ha anche avvertito del rischio di ricompensare l’aggressione, richiamando l’attenzione sugli errori del passato, come gli accordi di Budapest e Minsk.

Nonostante le aspettative di un annuncio riguardante un piano multimiliardario di aiuti militari, le discussioni sono state ostacolate da paesi come Ungheria e Slovacchia, che hanno espresso contrarietà. Anche Francia e Italia hanno chiesto chiarimenti. Kallas ha espresso la speranza che il nuovo piano venga approvato durante il Consiglio Europeo straordinario, previsto per il 6 marzo. Nel frattempo, von der Leyen ha annunciato un imminente esborso di 3,5 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina, parte del programma di assistenza macrofinanziaria già esistente.

Le difficoltà nel raggiungere un consenso rapido evidenziano le sfide che l’Unione Europea affronta nella sua politica estera, dove le decisioni richiedono l’unanimità tra i 27 stati membri. Mario Draghi, ex presidente della BCE, ha suggerito che i paesi dell’UE potrebbero dover considerare cooperazioni rafforzate per superare i veti e procedere con decisioni necessarie.

Sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la russia

Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, mirato a colpire la cosiddetta “flotta ombra” di petroliere utilizzate da Mosca per aggirare il tetto al prezzo del petrolio russo. Le nuove misure includono restrizioni sulle esportazioni di console per videogiochi e apparecchiature utilizzabili per il controllo dei droni impiegati contro l’Ucraina. Kallas ha annunciato che l’UE sta già lavorando a un diciassettesimo pacchetto di sanzioni.

L’Alta Rappresentante ha espresso il suo disappunto riguardo ai messaggi provenienti da Washington, che sembrano riflettere una narrazione russa. Kallas ha criticato le affermazioni di Trump, che ha definito Zelensky un “dittatore”, sottolineando che la Russia non ha avuto elezioni libere in 25 anni, mentre Zelensky è stato eletto democraticamente. Ha inoltre evidenziato l’importanza della solidarietà europea, sottolineando che le dichiarazioni americane generano preoccupazione in Europa riguardo alla sicurezza collettiva.

In questo contesto, i paesi nordico-baltici hanno formato una coalizione per aumentare gli aiuti all’Ucraina. Durante un incontro a Kiev, i leader di Finlandia, Lettonia, Lituania e Ucraina, insieme ai primi ministri di Danimarca, Estonia, Islanda, Norvegia e Svezia, hanno confermato il loro impegno a rafforzare il supporto militare. Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsakhna, ha proposto di confiscare i 300 miliardi di euro di beni russi congelati nell’UE per destinarli all’assistenza per l’Ucraina. Kallas ha fatto notare che, sebbene un accordo sulla confisca possa richiedere tempo, un paese che in precedenza si opponeva a questa misura ha cambiato posizione, mostrando un crescente consenso tra gli stati membri.

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