Urne riaperte in Liguria fino alle 15 della giornata di oggi: il futuro della regione è nelle mani degli elettori.
Con 1.341.799 cittadini chiamati a esprimere la propria preferenza per il nuovo presidente della Regione e per i trenta membri dell’assemblea legislativa, è il momento di scoprire chi avrà il compito di guidare questa splendida regione. Un evento cruciale per il governo Meloni e un test significativo per le forze politiche di opposizione.
Sono ben nove i candidati che competono per la presidenza della Regione Liguria. Gli elettori troveranno sulla scheda in questo preciso ordine: Alessandro Rosson, che rappresenta il movimento “Indipendenza! Alemanno per Rosson“. Poi Davide Felice con “Forza del Popolo“, seguito da Francesco Toscano di “Democrazia Sovrana Popolare” e Marco Ferrando, esponente del “Partito Comunista dei Lavoratori“. Essi non sono gli unici, anche perché ci sono Nicola Rollando che porta avanti “Per l’Alternativa – Potere al Popolo – Pci – Rifondazione Comunista“, Maria Antonietta Cella con il “Partito Popolare del Nord Autonomia e Libertà“. Seguono Nicola Morra che rappresenta “Uniti per la Costituzione” e Marco Bucci, sostenuto da una coalizione variegata tra cui “Orgoglio Liguria – Vince Liguria“, proponendo una sinergia tra Lega, Udc, Fratelli d’Italia, Alternativa Popolare e Forza Italia. Infine, il noto Andrea Orlando che abbraccia una grande alleanza, tra cui Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, con il sostegno di “Liguri a Testa Alta“, “Alleanza Verdi e Sinistra“, “Lista Andrea Orlando presidente” e “Patto Civico Riformista per Orlando“.
L’affluenza alle urne nel 2020 per le elezioni in Liguria
Guardando indietro, ci si potrebbe chiedere come sono andati i voti quattro anni fa? Nel 2020, la Liguria vide l’affluenza alle urne fermarsi al 53,42%, con 716.211 votanti che si presentarono. In quella tornata, il presidente uscente Giovanni Toti, sostenuto dall’intero centrodestra, ottenne un’enorme riconferma, accumulando ben 383.053 voti, che corrispondono al 56,13% del totale. Un grande successo, senza dubbio! Ferruccio Sansa, che fu il candidato di Pd e M5S, si fermò a 265.506 voti, pari al 38,90%. Non dimentichiamoci di Aristide Massardo, che, purtroppo per lui, ottenne solo il 2,42% dei consensi.
Le forze politiche di quel tempo videro una netta predominanza della Lista Toti, risultata la più votata con un 22,61% seguita dal Partito Democratico-Articolo Uno, che ottenne il 19,89%. La Lega, altro attore principale, ottenne il 17,14%, con Fratelli d’Italia al 10,87% e il Movimento 5 Stelle chiuse al 7,78%. La Lista Sansa fu creditata del 7,14%, mentre Forza Italia si fermò al 5,27%. I restanti voti andarono a partiti minori e alle liste variegate presenti.
Essendo il voto di quest’anno un’opportunità di ridefinire gli equilibri politici, gli elettori liguri si avviano a prendere importanti decisioni. Ogni voto conta, e le scelte che oggi verranno fatte influenzeranno significativamente il futuro della regione tra sfide economiche, sociali e ambientali. Oggi, la Liguria è al crocevia del suo destino, e ogni cittadino ha la possibilità di dire la propria.