Pensioni: crescono le donne beneficiarie, ma gli importi restano inferiori a quelli maschili

Il rendiconto di genere dell’INPS evidenzia gravi disparità pensionistiche tra donne e uomini, con pensioni femminili significativamente inferiori e accesso limitato alle pensioni di anzianità.
&Quot;Grafico Che Mostra L'Aumento Delle Donne Beneficiarie Di Pensioni, Evidenziando La Disparità Degli Importi Rispetto Agli Uomini.&Quot; &Quot;Grafico Che Mostra L'Aumento Delle Donne Beneficiarie Di Pensioni, Evidenziando La Disparità Degli Importi Rispetto Agli Uomini.&Quot;
Crescita delle donne beneficiarie di pensioni nel 2025, ma gli importi continuano a essere inferiori rispetto a quelli maschili

Il rendiconto di genere: un’analisi sconcertante

Il Rendiconto di genere, presentato il 24 febbraio 2025 a Roma dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INPS, ha messo in evidenza una realtà allarmante: sebbene il numero di donne che ricevono pensioni superi quello degli uomini, gli importi percepiti rimangono notevolmente inferiori. Attualmente, le pensionate sono 7,9 milioni, rispetto ai 7,3 milioni di pensionati maschi, ma le disparità economiche continuano a persistere.

Disparità nei trattamenti pensionistici

Le statistiche rivelano che nel settore del lavoro dipendente privato, le pensioni di anzianità e anticipata per le donne sono inferiori del 25,5% e del 32% rispetto a quelle degli uomini. Il divario si amplifica ulteriormente per le pensioni di vecchiaia, raggiungendo un preoccupante 44,1%. Questi dati non sono semplici cifre, ma rappresentano una condizione di svantaggio ben radicata nel mercato del lavoro, dove le donne si trovano ad affrontare ostacoli significativi.

Accesso limitato alle pensioni di anzianità

Un altro aspetto preoccupante emerso dal rapporto è il numero esiguo di donne in grado di accedere alla pensione di anzianità o anticipata. Solo il 27% delle lavoratrici dipendenti private e il 25,5% delle lavoratrici autonome riescono a soddisfare i requisiti contributivi necessari. Questa difficoltà è spesso il risultato di un percorso lavorativo discontinuo, influenzato da fattori quali la maternità, la cura dei familiari e la precarietà occupazionale.

Le sfide strutturali nel mercato del lavoro

Le differenze nei trattamenti pensionistici non si limitano agli importi, ma evidenziano anche le sfide strutturali che le donne devono affrontare nel mondo del lavoro. La maggiore presenza femminile nelle pensioni di vecchiaia e ai superstiti non riesce a compensare le disparità economiche, suggerendo che le politiche attuali non sono sufficienti a garantire un’equa distribuzione delle risorse pensionistiche.

Verso un futuro più equo

In conclusione, il rapporto sottolinea l’urgenza di interventi mirati per ridurre il divario pensionistico di genere e migliorare le condizioni lavorative delle donne. È essenziale promuovere politiche che favoriscano la continuità lavorativa e garantiscano un accesso equo alle prestazioni pensionistiche, affinché le donne possano godere di una pensione dignitosa e adeguata.

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