"Nel 2025, il divario di genere nell'occupazione in Italia mostra donne al 52,5% e uomini al 70,4%, evidenziando una disparità preoccupante nel mercato del lavoro."
Il Rendiconto di genere, presentato il 24 febbraio 2025 a Roma dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, ha evidenziato le persistenti disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro italiano. Le statistiche mostrano che il tasso di occupazione femminile è al 52,5%, mentre quello maschile si attesta al 70,4%, creando un divario di 17,9 punti percentuali. Questo report fornisce un’analisi dettagliata delle condizioni lavorative, familiari e sociali delle donne in Italia.
Nel 2023, le assunzioni femminili hanno rappresentato solo il 42,3% del totale, evidenziando una significativa disparità di opportunità rispetto agli uomini. La precarietà occupazionale colpisce in modo particolare le donne, con solo il 18% delle assunzioni a tempo indeterminato, rispetto al 22,6% degli uomini. Inoltre, il 64,4% delle lavoratrici è impiegato con contratti part-time, e il part-time involontario è prevalentemente femminile, con un’incidenza del 15,6% tra le donne, contro il 5,1% degli uomini. Questi dati sottolineano una vulnerabilità economica che colpisce in modo sproporzionato il genere femminile.
Il gap retributivo di genere rimane un problema critico in Italia. Le donne guadagnano in media oltre venti punti percentuali in meno rispetto ai colleghi maschi. Analizzando i diversi settori, si osserva che la differenza salariale è del 20% nelle attività manifatturiere, del 23,7% nel commercio, del 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione e del 32,1% nelle attività finanziarie e assicurative. Inoltre, solo il 21,1% dei dirigenti è donna, mentre tra i quadri il genere femminile rappresenta solo il 32,4%. Questi dati evidenziano un’ineguaglianza non solo nelle retribuzioni, ma anche nelle opportunità di avanzamento professionale.
Nonostante le donne abbiano superato gli uomini in termini di istruzione, con il 52,6% di diplomate e il 59,9% di laureate nel 2023, questa superiorità nei titoli di studio non si traduce in una maggiore presenza nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro. Le donne continuano a essere le principali responsabili del lavoro di cura. Nel 2023, sono state utilizzate 14,4 milioni di giornate di congedo parentale da parte delle donne, contro solo 2,1 milioni da parte degli uomini. La mancanza di strutture adeguate, come gli asili nido, contribuisce a questa situazione, con solo l’Umbria, l’Emilia Romagna e la Valle d’Aosta che si avvicinano all’obiettivo di 45 posti nido per 100 bambini di età compresa tra 0 e 2 anni.
Il Rendiconto di genere sottolinea l’urgenza di interventi mirati per colmare il divario di genere nel mercato del lavoro italiano, garantendo pari opportunità e diritti per tutti.