Netanyahu promette il ritorno degli ostaggi, mentre Hamas avanza verso la fase due dell’accordo

Netanyahu riafferma l’impegno per il ritorno degli ostaggi

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito la sua determinazione a riportare “i vivi alle loro famiglie e i caduti a una degna sepoltura nel loro Paese”. Questa dichiarazione è emersa in un clima di crescente tensione, mentre l’organizzazione palestinese Hamas ha espresso la volontà di liberare tutti gli ostaggi in cambio di garanzie per la ricostruzione della Striscia di Gaza, senza interferenze esterne.

Il ritorno degli ostaggi

Il 23 febbraio 2025, Netanyahu ha comunicato tramite il social network X l’impegno di Israele a riportare “a casa tutti i rapiti”. Questa affermazione è arrivata dopo il rilascio di sei ostaggi da parte di Hamas. Il premier ha evidenziato che, fino ad oggi, sono stati rimpatriati 192 ostaggi, di cui 147 vivi e 45 deceduti. Attualmente, secondo Netanyahu, Hamas detiene ancora 63 ostaggi nella Striscia di Gaza. Inoltre, il primo ministro ha espresso la sua ferma intenzione di non dimenticare né perdonare gli omicidi di Shiri Bibas e dei suoi due bambini, i cui corpi sono stati restituiti da Hamas alle autorità israeliane.

Netanyahu ha anche sottolineato che, grazie alla pressione di Israele, Hamas ha restituito il corpo di Shiri Bibas, dopo che inizialmente era stata consegnata la salma di una donna di Gaza al suo posto. Questo scambio di informazioni e il ritorno dei corpi rappresentano un passo significativo nelle trattative in corso.

Hamas e la seconda fase dell’accordo

Hamas ha dichiarato la sua disponibilità a entrare nella seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il portavoce Hazem Qassem ha affermato che l’organizzazione è aperta a uno scambio totale di prigionieri con Israele, proponendo di liberare tutti gli ostaggi in cambio della fine permanente delle ostilità, del ritiro delle forze di difesa israeliane (IDF) dall’enclave palestinese e della ricostruzione della Striscia di Gaza. Qassem ha specificato che la ricostruzione dovrà avvenire con il consenso nazionale e senza interferenze esterne. Attualmente, i negoziati per questa seconda fase non sono ancora iniziati, ma i colloqui con i mediatori sono attivi.

Ritardi nel rilascio dei prigionieri palestinesi

Il rilascio di 602 prigionieri palestinesi, previsto per il 22 febbraio 2025, è stato rinviato. Secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, i prigionieri rimarranno sotto custodia israeliana fino al termine delle consultazioni sulla sicurezza indette da Netanyahu. La liberazione di questi detenuti era stata concordata in cambio del rilascio di sei ostaggi israeliani.

Hamas ha denunciato il rinvio come una “grave violazione” dell’accordo sul cessate il fuoco. Il portavoce Abdulatif al-Qanu ha accusato Netanyahu di ritardare il rilascio dei prigionieri, nonostante gli sforzi dei mediatori per garantire il successo dello scambio. Hamas ha esortato i mediatori e i garanti dell’accordo a esercitare pressioni su Israele affinché rispetti gli impegni presi e proceda con il rilascio dei prigionieri.

La situazione rimane tesa, con entrambe le parti che continuano a negoziare in un contesto di incertezze e aspettative.

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