Israele schiera carri armati in Cisgiordania dopo vent’anni, attacchi aerei in Libano

L’escalation del conflitto tra Israele e Hamas culmina con il dispiegamento di carri armati a Jenin e attacchi aerei in Libano, mentre si svolgono i funerali di Hassan Nasrallah.
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Israele dispiega carri armati in Cisgiordania per la prima volta in vent'anni, mentre intensifica gli attacchi aerei in Libano nel 2025

L’escalation del conflitto tra Israele e Hamas ha raggiunto un nuovo vertice il 15 gennaio 2025, con l’annuncio da parte dell’esercito israeliano del dispiegamento di carri armati a Jenin, in Cisgiordania. Questo evento segna una svolta significativa, poiché è la prima volta in vent’anni che i carri armati vengono utilizzati in questa area. Le forze israeliane, tra cui la Brigata Nahal e Duvdevan, sono attive non solo a Jenin, ma anche in altri villaggi, continuando le operazioni a Tulkarem.

Il comunicato dell’esercito israeliano evidenzia un’intensificazione delle operazioni antiterrorismo nel nord della Samaria, con una divisione di carri armati impiegata a Jenin come parte di un’operazione offensiva più ampia. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha confermato che le forze israeliane rimarranno nei campi profughi della Cisgiordania per il prossimo anno. Nel frattempo, il presidente della Knesset, Amir Ohana, ha sottolineato la necessità di annettere la Cisgiordania, sostenendo che gli insediamenti siano l’unica via per raggiungere la pace.

Hamas: “Israele mette in grave pericolo l’intero accordo di tregua”

Hamas ha risposto con fermezza alle recenti azioni israeliane, accusando il governo di Tel Aviv di compromettere l’accordo di tregua. Il 15 gennaio 2025, un alto funzionario di Hamas, Bassem Na’im, ha dichiarato che il rinvio del rilascio di 620 prigionieri palestinesi, previsto in cambio del ritorno di sei ostaggi israeliani, rappresenta un grave rischio per la stabilità dell’accordo. Na’im ha descritto il comportamento di Israele come quello di un “delinquente”, esortando i mediatori, in particolare gli Stati Uniti, a esercitare pressione su Israele affinché rispetti gli impegni presi.

Questa situazione ha suscitato preoccupazioni tra i leader palestinesi, che temono che il deterioramento delle relazioni possa portare a un’escalation del conflitto. La tensione è palpabile, e le parole di Hamas riflettono un clima di crescente sfiducia nei confronti delle promesse fatte da Israele.

Attacchi in Libano

Il 15 gennaio 2025, l’esercito israeliano ha confermato di aver condotto attacchi aerei nel sud del Libano, colpendo obiettivi legati a Hezbollah. Tra i bersagli vi era un sito militare contenente lanciarazzi e altre armi, dove le forze israeliane avevano rilevato attività sospette. Secondo le dichiarazioni dell’esercito, l’operazione è stata giustificata come una risposta a violazioni degli accordi tra Israele e Libano.

I media libanesi hanno riportato che gli attacchi aerei israeliani si sono concentrati in aree a circa 10 chilometri dal confine meridionale, mentre a Beirut si svolgevano i funerali di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah assassinato. Le operazioni aeree hanno suscitato preoccupazioni tra la popolazione civile, con l’esercito israeliano che ha affermato di aver colpito obiettivi che rappresentavano una minaccia per i cittadini israeliani.

Decine di migliaia di persone radunate a Beirut per funerali Nasrallah

Il 15 gennaio 2025, Beirut ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone ai funerali di Hassan Nasrallah, in uno stadio alla periferia della capitale. La cerimonia, caratterizzata da un forte simbolismo, ha visto la presenza di bandiere di Hezbollah e ritratti del leader assassinato, che ha guidato il movimento per oltre tre decenni. I partecipanti, provenienti da diverse località, hanno affrontato il freddo per rendere omaggio a Nasrallah, la cui morte è avvenuta in un attacco israeliano a Beirut sud.

L’evento ha attirato anche alti funzionari libanesi e rappresentanti iraniani, tra cui il presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf. Durante la cerimonia, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha descritto i leader assassinati come “eroi della resistenza”, promettendo che il loro cammino continuerà. La grande affluenza e l’atmosfera di commemorazione hanno messo in evidenza l’importanza di Nasrallah nel contesto politico e militare del Libano e della regione.

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