Bruxelles risponde alle crescenti tensioni con gli Stati Uniti e agli attacchi di Trump sui dazi commerciali, delineando strategie per proteggere l'economia europea nel 2025
BRUXELLES – Le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea si stanno intensificando a seguito delle recenti dichiarazioni del presidente americano, Donald Trump, che ha manifestato l’intenzione di introdurre nuovi dazi sulle merci europee. Durante un discorso a Washington il 26 febbraio 2025, Trump ha accusato l’Unione Europea di essere stata creata con l’intento di danneggiare gli Stati Uniti, affermando che l’UE è stata progettata “per fregare gli Stati Uniti”. Queste affermazioni hanno provocato una reazione immediata da parte delle istituzioni europee.
In risposta alle provocazioni del presidente Trump, il presidente di turno del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha affermato che “l’Unione europea non è stata costituita per fregare nessuno”. Il portavoce della Commissione europea, Olof Gill, ha garantito una reazione “con fermezza e immediatezza” a qualsiasi nuova tassa commerciale imposta dagli Stati Uniti. Il commissario al Commercio, Maroš Šefčovič, ha recentemente visitato Washington per cercare di trovare un compromesso, sottolineando che gli incontri sono stati “produttivi” e che i negoziati sono in corso.
La Commissione è in attesa delle tariffe americane su acciaio e alluminio, già annunciate per il 12 marzo. La tensione commerciale tra le due sponde dell’Atlantico è palpabile, e Bruxelles sta monitorando attentamente gli sviluppi, pronta a rispondere a qualsiasi mossa da parte degli Stati Uniti.
Nel suo intervento, Trump ha ribadito la sua intenzione di imporre dazi del 25% su “auto e su tutte le cose”. Ha dichiarato di amare i paesi europei, ma ha continuato a sostenere che l’Unione Europea ha raggiunto il suo obiettivo di danneggiare gli Stati Uniti. Questa retorica, sebbene non nuova, riflette un atteggiamento che si è intensificato da quando Trump è tornato al potere a gennaio 2025, con l’obiettivo di ridurre il deficit commerciale americano nei confronti dell’Unione Europea.
Le affermazioni di Trump non riguardano solo questioni economiche; rivelano anche un sentimento più ampio di avversione nei confronti del progetto europeo. Negli Stati Uniti, esiste una corrente di pensiero che considera l’Unione Europea non solo un rivale economico, ma anche un concorrente politico e finanziario. Questi sentimenti, sebbene possano sembrare sorprendenti dall’altra parte dell’Atlantico, sono radicati in una percezione diffusa di minaccia.
Per comprendere appieno le attuali tensioni, è utile esaminare il contesto storico. Negli anni ’90, con l’introduzione dell’euro, molti economisti americani espressero preoccupazioni riguardo alla stabilità e alla sostenibilità della moneta unica. In un saggio del 2009, Lars Jonung e Eoin Drea evidenziano come gli economisti statunitensi temessero che l’euro potesse diventare un concorrente del dollaro, minacciando così il ruolo globale degli Stati Uniti.
Queste preoccupazioni storiche si intrecciano con le attuali dinamiche politiche e commerciali. L’atteggiamento di Trump riflette una visione più ampia di rivalità tra le due potenze, con l’Unione Europea che viene vista come un avversario piuttosto che un alleato. La risposta di Bruxelles, quindi, non è solo una questione di commercio, ma un tentativo di difendere un progetto politico e sociale che ha come obiettivo la cooperazione e l’integrazione tra i paesi europei.
La situazione attuale richiede attenzione e diplomazia da entrambe le parti, poiché le conseguenze di un’escalation potrebbero avere ripercussioni significative non solo per le relazioni transatlantiche, ma anche per l’economia globale.
This post was last modified on 27 Febbraio 2025 22:01