Dazi commerciali: Usa impongono tariffe su Canada e Messico, Pechino reagisce

L’introduzione di dazi del 25% su merci canadesi e messicane da parte degli Stati Uniti provoca una reazione della Cina con nuove tariffe, intensificando le tensioni commerciali in Nord America.
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Dazi commerciali: Usa impongono tariffe su Canada e Messico, Pechino reagisce - Socialmedialife.it

Con l’entrata in vigore dei nuovi dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti sulle merci canadesi e messicane, il panorama delle relazioni economiche nell’America del Nord subisce un cambiamento significativo. Questa decisione, presa dal governo di Washington, ha come obiettivo quello di affrontare questioni legate al traffico di droga e all’immigrazione, secondo le dichiarazioni del presidente Usa. Nel contesto di queste misure, la Cina ha reagito tempestivamente, aumentando le proprie tariffe su determinati beni americani, prolungando così la tensione commerciale tra le due potenze. Scopriamo i dettagli di questa nuova fase di conflitto economico.

L’introduzione dei dazi su prodotti canadesi e messicani

L’amministrazione Trump ha dato il via a un nuovo pacchetto di tariffe che colpirà le merci canadesi con un’imposta del 25%. Le risorse energetiche, tuttavia, beneficeranno di un trattamento più favorevole, mantenendo un dazio ridotto del 10%. Per quanto riguarda le importazioni messicane, la tassazione si attesterà anch’essa al 25%. Questo provvedimento è stato reso necessario dal termine di un periodo di trattativa che non ha portato ad alcun esito positivo. Nella maniera in cui il presidente Trump ha espresso le sue motivazioni, il giro di vite si basa sostanzialmente sull’esigenza di combattere in modo più efficace il flusso di droga e l’immigrazione irregolare provenienti da questi Paesi.

L’impatto economico di tali dazi, previsto da esperti e analisi di mercato, è stimato a circa 1,5 trilioni di dollari, una cifra che riflette non solo la gravità della misura, ma anche l’intento del governo Usa di spingere il Canada e il Messico a una maggiore cooperazione. La Casa Bianca ha chiarito di non attendersi alcun tipo di alla quale per ridurre le problematiche corroborate dalle importazioni di droga. La pressione è quindi elevata, e i possibili scenari economici potrebbero portare a conseguenze dirette e indirette sia per gli stati coinvolti sia per le imprese americane che operano in questi mercati.

Cina risponde con tariffe sui beni americani

In risposta a questa escalazione di dazi, la Cina ha prontamente attuato un rialzo delle proprie tassazioni su vari beni made in Usa. La decisione è scaturita dall’intenzione di Pechino di tutelare i suoi “diritti e interessi legittimi”, come dichiarato da un comunicato ufficiale del ministero delle Finanze. Le nuove tariffe, che vanno dal 10% al 15%, colpiranno un ampio assortimento di prodotti tra cui pollame, grano, cotone e mais. La mossa cinese si inserisce in un contesto già caratterizzato da tensioni commerciali e strategiche, e il ministero ha giustificato tali azioni come risposte necessarie a quelle recentemente imposte da Washington.

Questa risposta non è stata solo economica. Infatti, la Cina ha anche creato una “lista nera” di aziende americane, agendo in base alle controversie internazionali tra i due paesi, specialmente per le vendite di armi a Taiwan. Quest’azione non solo dimostra la volontà di Pechino di reagire energicamente agli attacchi commerciali, ma evidenzia anche la complessità delle relazioni tra le due nazioni e il potenziale di ulteriori escalations. La partita dei dazi, dunque, si è allargata coinvolgendo non solo beni materiali ma anche questioni politiche delicate.

La controffensiva del Canada: tariffe sulle merci Usa

Non è tardata ad arrivare la risposta da parte del Canada, che ha annunciato a partire da oggi dazi del 25% sulle importazioni statunitensi. Il premier canadese, Justin Trudeau, ha comunicato che l’imposizione di tariffe sul valore di 155 miliardi di dollari di merci americane è una reazione diretta alle azioni degli Usa. L’approccio canadese è caratterizzato da una ferma determinazione a non lasciare che le azioni di Washington rimangano impunite.

Trudeau ha sottolineato l’ingiustificata natura delle misure Usa, ribadendo che il Canada non permetterà che le condizioni attuali influiscano negativamente sulla sua economia. Il governo canadese ha dichiarato che le tariffe entreranno in vigore immediatamente, con un piano che prevede la tassazione su beni per un valore iniziale di 30 miliardi, e che le restanti tariffe verranno attuate nel giro di tre settimane. Queste misure potrebbero dunque avere un impatto significativo soprattutto per le imprese americane, creando nuove tensioni in un’area economica già fragile a causa delle scelte invocate dagli Stati Uniti.

La situazione in corso non offre segni di tregua e le dinamiche tra Stati Uniti, Canada, Messico e Cina continueranno a influenzare l’economia globale. La via da percorrere sembra complessa e carica di incertezze, mentre gli effetti concreti saranno monitorati con attenzione da economisti e analisti di mercato.

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