Dallocchio della Bocconi: l’Europa perde valore e rilevanza nel panorama globale delle imprese

Preoccupazioni per l’europa nel contesto economico globale

Il professor Maurizio Dallocchio, ordinario all’Università Bocconi, ha sollevato importanti interrogativi sulla posizione dell’Europa nell’economia globale durante un intervento a Firenze, il 15 marzo 2025. L’evento, dedicato alla Geo cultura e organizzato dalla Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, ha visto un intenso scambio di idee tra istituzioni, cittadini e politici.

Un rinnovato impegno culturale

Dallocchio ha messo in evidenza l’urgenza di un rinnovato impegno culturale europeo, evidenziando come l’Europa stia perdendo il suo peso culturale e politico. I dati economici sono eloquenti: dal 2005 al 2024, il prodotto interno lordo dell’Europa è diminuito dal 35% al 20% del totale mondiale, segnalando una significativa perdita di rilevanza. Inoltre, il valore delle società quotate è sceso dal 35% a meno del 15%, un crollo che non può essere ignorato.

Il ruolo delle banche europee

Il professore ha anche sottolineato l’ irrilevanza delle banche europee nel contesto internazionale. La banca europea con la maggiore capitalizzazione si trova oltre la ventesima posizione, mentre le prime dieci includono quattro istituti americani, quattro cinesi, una britannica e una giapponese. Nonostante il 75% del debito aziendale sia legato a prestiti bancari, Dallocchio ha avvertito che questa situazione potrebbe trasformare l’Europa in una preda economica.

Concentrazione geopolitica delle aziende

Un altro punto critico sollevato da Dallocchio riguarda la concentrazione geopolitica delle principali aziende mondiali. Attualmente, tra le prime otto aziende per capitalizzazione, sette sono statunitensi e una saudita, tutte nel settore tecnologico. Questa concentrazione è preoccupante, considerando che nel 2005 le otto aziende più capitalizzate appartenevano a sei settori diversi.

Proposte per il futuro dell’europa

Il professore ha evidenziato che le prime cinque aziende al mondo rappresentano il 30% del mercato globale. Ad esempio, Nvidia, attiva nell’intelligenza artificiale, ha una capitalizzazione superiore a quella dell’intera borsa tedesca, dimostrando una concentrazione senza precedenti. Dallocchio ha notato che, a differenza del 2005, oggi molte grandi imprese sono controllate da un singolo proprietario, con ripercussioni significative a livello economico, sociale e culturale.

Per recuperare un ruolo di rilievo, Dallocchio ha suggerito che l’Europa adotti misure come un debito comune, una difesa condivisa e un rilancio dei mercati finanziari. Ha enfatizzato l’importanza di una fiscalità omogenea e la necessità di investire in tecnologie e intelligenza, sia naturale che artificiale, per mantenere la competitività. In questo contesto, ha descritto la situazione fiscale dell’Italia come “mostruosamente superiore” rispetto ad altri paesi, concludendo con una riflessione sulla rottamazione delle cartelle esattoriali e l’importanza di procedere con cautela.

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