Brausi (CIC): serve un cambio di rotta per ridurre le denunce e investire in tecnologia

Il presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi chiede un cambiamento radicale nel sistema sanitario, evidenziando la necessità di ridurre le denunce e investire in tecnologie avanzate.
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Brausi (CIC) sottolinea l'importanza di un cambio di rotta per ridurre le denunce e promuovere investimenti in tecnologia nel 2025

Il presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi, Maurizio Brausi, ha lanciato un appello urgente per un cambiamento radicale nel sistema sanitario italiano. Durante il secondo congresso del Collegio, svoltosi a Roma il 21 febbraio 2025, Brausi ha evidenziato l’immediata necessità di ridurre il numero di denunce nei confronti dei chirurghi, che ogni anno oscillano tra 35.000 e 40.000. Questa situazione sta causando una desertificazione dei concorsi per specializzazioni come l’ortopedia e la chirurgia generale, dove solo una piccola parte delle posizioni disponibili viene effettivamente occupata.

La necessità di una commissione super partes

Brausi ha proposto al ministro della Salute, Orazio Schillaci, di istituire una commissione indipendente per esaminare le questioni medico-legali prima dell’avvio di qualsiasi procedura. Questo modello, già in uso in paesi come Stati Uniti e Francia, potrebbe contribuire a limitare il numero di denunce e a creare un ambiente più favorevole per i professionisti della salute. “È fondamentale valutare ogni pratica con attenzione per ridurre le controversie legali”, ha affermato Brausi, sottolineando l’importanza di un intervento normativo che stabilisca linee guida chiare e condivise.

Investimenti in tecnologie avanzate

Un altro aspetto cruciale sollevato da Brausi è l’adozione di tecnologie innovative nel settore sanitario. Attualmente, solo il 26% delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) italiane ha investito in intelligenza artificiale. Secondo il presidente del Collegio, è essenziale che il governo legiferi a livello centrale per garantire l’integrazione efficace delle tecnologie più avanzate, come i robot chirurgici, nel sistema sanitario. “Le nuove tecnologie non solo migliorano l’efficienza, ma possono anche influenzare significativamente i costi complessivi del sistema”, ha aggiunto.

Formazione e sostenibilità

Brausi ha messo in luce l’importanza della formazione per i giovani chirurghi, rivelando che è stato distribuito un questionario a tutte le scuole di specializzazione per raccogliere feedback sulla soddisfazione degli specializzandi. Finora sono state ricevute oltre 600 risposte. “Dobbiamo affrontare la carenza di professionisti con una programmazione adeguata”, ha dichiarato, sottolineando che ogni anno circa 3.000 medici vanno in pensione senza essere sostituiti. Inoltre, il lungo percorso formativo per diventare chirurgo, che richiede circa 11 anni, rappresenta un ulteriore ostacolo per attrarre nuovi talenti.

Le sfide economiche e professionali

Brausi ha affrontato anche il tema degli stipendi, che in Italia risultano poco competitivi rispetto ad altri paesi europei. Questa disparità, unita all’elevato numero di denunce, rende meno allettante la specializzazione in chirurgia. “La situazione attuale ha un impatto negativo sulla nostra professione e sulla qualità del servizio che possiamo offrire”, ha commentato. La desertificazione dei concorsi è un chiaro segnale di questa crisi, che richiede un’attenzione immediata e strategie efficaci per invertire la tendenza.

Il futuro della chirurgia in Italia

Brausi ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di un approccio razionale nell’uso delle nuove tecnologie e della loro sostenibilità per il sistema sanitario nazionale. “Dobbiamo essere determinati nel prendere decisioni sia a livello centrale che regionale per ottimizzare l’uso delle risorse, come i robot chirurgici”, ha affermato. L’intelligenza artificiale, con le sue applicazioni nel campo della radiologia e dell’imaging, potrebbe rappresentare una svolta significativa, migliorando l’efficienza diagnostica e riducendo i tempi di attesa per i pazienti.

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