Nicoletta Manni: l’étoile del Teatro alla Scala racconta la sua esperienza in Onegin all’Opera di Roma

Nicoletta Manni, étoile del Teatro alla Scala, riflette sulla sua emozionante interpretazione di Tat’jana in “Onegin”, un balletto che esplora l’evoluzione femminile e il potere della danza narrativa.
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Nicoletta Manni, danzatrice étoile del Teatro alla Scala di Milano, ha recentemente interpretato il ruolo di Tat’jana nel balletto Onegin presso il Teatro dell’Opera di Roma. In questa intervista, la ballerina condivide le sue emozioni e riflessioni su un’opera che ha segnato profondamente il suo percorso artistico.

L’importanza del balletto narrativo

Il balletto narrativo rappresenta una tradizione fondamentale nella danza teatrale contemporanea. Grazie a politiche culturali attive nei teatri d’opera, questo genere continua a prosperare. Tra i nomi illustri che hanno contribuito al suo sviluppo ci sono Frederick Ashton, John Cranko e Kenneth Macmillan. Onegin è un esempio emblematico di questa forma d’arte: la musica è stata composta da Pëtr Il’ič Čajkovskij ed è stata rielaborata dal compositore Kurt-Heinz Stolze per escludere elementi operistici e concentrarsi sulla pura essenza musicale evocativa della cultura russa.

John Cranko, coreografo sudafricano noto per il suo stile distintivo, ha creato Onegin sessanta anni fa durante un periodo particolarmente fertile della sua carriera. La danza diventa così un mezzo attraverso cui si raccontano storie complesse e profonde emozioni umane. Nel balletto, Tat’jana emerge come figura centrale; la sua evoluzione da giovane sognatrice a donna consapevole rappresenta uno dei temi principali dell’opera.

Nicoletta Manni: una nuova étoile

Nicoletta Manni ha recentemente ricevuto il titolo di étoile al Teatro alla Scala dopo una performance memorabile in novembre 2023. La ballerina si è esibita nel ruolo di Tat’jana durante le repliche dello spettacolo all’Opera di Roma ed è stata scelta dalla direttrice Eleonora Abbagnato per affiancare Friedemann Vogel come partner sul palco.

In merito alla sua partecipazione a Onegin, Manni ha espresso entusiasmo per l’opportunità offerta dal Balletto del Teatro dell’Opera di Roma. Ha descritto questa esperienza come significativa sia professionalmente che emotivamente poiché il balletto rappresenta una tappa importante nella sua carriera artistica e personale.

Un capolavoro della danza

Manni definisce l’Onegin firmato da John Cranko uno dei migliori esempi del balletto narrativo moderno. Secondo lei, la forza drammatica dell’opera risiede nell’unione tra movimento e musica; ogni passo sembra raccontare una storia profonda che tocca direttamente lo spettatore. La capacità degli interpreti nel costruire ruoli credibili gioca un ruolo cruciale nell’efficacia complessiva dello spettacolo.

Ogni interpretazione porta con sé sfumature diverse grazie all’affiatamento tra i danzatori sul palco; ad esempio, Vogel offre un’interpretazione nobile ed elegante del personaggio principale maschile che arricchisce ulteriormente l’esperienza visiva dello spettatore.

L’evoluzione del personaggio femminile

Il personaggio di Tat’jana presenta una notevole evoluzione lungo tutto lo sviluppo della trama: parte come giovane idealista innamorata ma cresce attraverso esperienze dolorose fino ad accettare le dure realtà della vita adulta. Questo processo rende Tat’jana non solo protagonista ma anche simbolo delle sfide emotive affrontate dalle donne nella società contemporanea.

Manni rivela quanto sia appassionante interpretare questo ruolo complesso; pur avendo tratti diversi dalla propria personalità quotidiana, riesce a immergersi completamente nella storia scenica ricca di emozioni forti e momenti toccanti che culminano in un finale intenso dove le lacrime diventano inevitabili per chi assiste allo spettacolo.

Progetti futuri e nuove iniziative artistiche

Oltre ai suoi impegni teatrali attuali con Onegin, Nicoletta Manni sta lavorando anche su progetti personali significativi come il libro autobiografico “La gioia di danzare“, pubblicato nell’autunno 2023. In quest’opera esplora se stessa attraverso gli occhi dei personaggi creati sul palcoscenico, offrendo uno spaccato unico della vita artistica.

Il gala omonimo associato al libro si è tenuto inizialmente a Lecce prima d’essere replicato in altre città italiane. Per Manni, questi eventi rappresentano non solo opportunità professionali ma anche occasioni speciali per riportare la danza alle sue radici culturali. Con entusiasmo guarda avanti verso ciò che riserverà questo progetto senza avere certezze definitive su dove porterà.

L’accoglienza calorosa ricevuta dal pubblico romano durante queste performance dimostra quanto sia viva l’interesse verso forme artistiche classiche reinterpretate con freschezza dai talentuosi interpreti contemporanei.