#Omero sbarca su Twitter
E se anche i miti greci avessero utilizzato Twitter?
Non vi ho mai nascosto la mia simpatia per i media dell’istruzione, quindi, per coloro ancora decisamente scettici, ecco una notizia che vi “sconvolgerà”!
Uno dei miei sogni si è avverato e tutto grazie alla fervida fantasia di Ilaria Dot! Forse questo nome non vi farà tornare nulla alla mente, ed è anche normale dato che il suo primo successo lo ha avuto quest’anno.
Ma chi è Ilaria Dot? Originaria della provincia di Gorizia, laureata in “Giornalismo e cultura editoriale” a Parma ed autrice del libro “#Odissea. Il viaggio di Ulisse ai tempi di Twitter“, casa editrice La Caravella.
Esattamente come starete pensando, si tratta di una versione dell’Odissea contestualizzata nell’era contemporanea, fedelmente riportata secondo l’opera classica, ma rivisitata in modo ironico in chiave Twitter! I personaggi del mito non parlano in modalità face to face ma pubblicano post su Twitter e si Retwittano. Come dice la stessa autrice, questo libro non vuole essere una riscrittura del mito greco dell’Odissea, nessuno pretenderebbe tanto, ma è solo un modo ironico di alleggerire la lettura di un classico, con qualche risata.
Sarebbe inutile riassumere la trama che tutti (o almeno spero!) conosciamo, la curiosità sta nello scoprire come Ilaria Dot sia riuscita a raccontare una storia tanto travagliata con delle “battute” da 140 caratteri. A tal proposito Ilaria ha risposto a qualche mio quesito:
Come hai pensato alla trama del libro?
L’idea è nata come un gioco, in modo banale, volevo prenotare una vacanza in Grecia ad Itaca, intanto vedevo materializzarsi le foto delle vacanze dei miei amici sulla home di Twitter. Essendo appassionata di social ed in particolare di Twitter, unendo le casualità è nata l’idea del libro.
Quale messaggio vuoi inviare a chi ti legge?
L’ obiettivo principale è che le persone si divertano leggendo, come io mi sono divertita a scrivere il libro, ritrovando anche la gioia di scrivere; l’obiettivo secondario era tradurre l’Odissea in chiave Twitter, una sfida personale, un’analisi giocosa che nasce dall’osservazione dell’utilizzo che ne fanno le persone. Ad es. l’uso pubblicitario di alcuni artigiani, interpretato da me come la pubblicità che avrebbe potuto esserci del creatore del cavallo di Troia.
In quale dei tuoi personaggi ti rispecchi? Perchè?
In realtà c’è un po’ di me in tutti, anche se non è una storia autobiografica, ma forse mi ritrovo molto nel fan club di Ulisse, quel personaggio è ironico come me, io cerco di ridere di me più che posso; invece in Telemaco, forse c’è la mia versione più seria, più riflessiva.
Cosa pensi del rapporto dei giovani con i social?
C’è un personaggio Nausica, che rispecchia l’adolescente medio di oggi, che twitta qualsiasi cosa, usa gli hashtag in modo compulsivo. Mi sono divertita ad inventarmi questa “bimbominchia” come si usa definire in gergo, certi adolescenti che tendono all’infantilismo.
Tu che rapporto hai con i social? In particolare con Twitter?
Io sono una “drogata” di social! Mi piacciono molto anche nel loro lato creativo, ad es. Pinterest mi stimola nel postare immagini e scrivere; Twitter mi piace in particolare perchè è l’unico vincolato alla parola e non all’immagine, il fatto di dover star chiuso in 140 caratteri, ti fa pensare di più a come rendere il concetto, come fosse un esercizio mentale!
Quale social utilizzi di più e per quale scopo?
Beh, non ho preferenze, vado a periodi, in questo ultimo periodo sto usando più Pinterest, mi piace la numerosa presenza di immagini, è come guardare le vetrine per strada, però ripeto sono a periodi, ad es. uso molto Instrangram ma quasi solo in viaggio, lo uso quando voglio “far vedere”, condividere con le persone che mi circondano ciò che ho la fortuna di vedere, visitare.
Credi che il tuo libro possa davvero aiutare le nuove generazioni con un mito come l’Odissea?
Aiutare non lo so! Non vuole sostituire l’Odissea, ha un linguaggio e una struttura diversa dovendo adattare il libro a Twitter, ad es. nel mio libro non ci sono gli dei perchè credo che in un mondo tecnologico non c’è spazio per la spiritualità, quindi penso sia qualcosa di diverso che vuole stimolarli più che aiutarli, stimolarli a rivedere la mitologia greca.
Definiresti il tuo un “progetto” per la Media Education?
Si, certo! Nel senso che ha una doppia valenza: da un lato avvicina i ragazzi all’Odissea, dall’altro chi conosce l’Odissea è incuriosito dai social, mi è capitato in qualche presentazione che persone più “anziane” leggendo il libro si siano incuriosite ad iscriversi in Twitter.
Credi che la Media Education sia utile alle nuove generazioni?
Si, assolutamente! Ci sono molti giovani che usano i social in modo impulsivo, sono io stessa testimone di minori che usano impropriamente i social per crearsi un’immagine, un’identità. Bisogna cercare di educarli ai media.
Pensi che i social oltre che ludici possano divenire utili alla didattica?
Si! Se usati in maniera opportuna,sì! Sono utili sia per i giovani per avvicinarli ai contenuti in modo diverso, in un linguaggio a loro familiare; sia per gli insegnanti come scambio di pareri, su metodologie, didattica in genere, con altri docenti.
La cosa certa è che Ilaria Dot oltre a possedere una fervida immaginazione è una ragazza con molte risorse, mi auguro che diventi promotrice di questo genere di letture per ragazzi e non, improntate sui social come mezzi di ausilio all’apprendimento. La sua impresa è stata pionieristica ed ironica, attendiamo un prossimo libro, personalmente spero sempre su questa scia.
Beh, allora cosa aspettate? Correte in libreria!
Marialuisa Allocca