Medium.com: il blog rivisto da Twitter

L’idea è semplice ma geniale e complementare rispetto a Twitter: dare supporto ai blogger oltre i 140 caratteri, il tutto supportato da Evan Williams.
Medium è mezzo, in particolare mezzo di comunicazione: è un tramite che collega due o più persone nello scambio di informazioni. Medium.com fa questo: supporta gli utenti nel libero scambio di informazioni e nella scrittura, mettendoli non più in un piano subalterno, ma tutti alla stessa altezza.
Lanciato nella sua versione primaria nel 2012, dal 2013 il popolo del web si è accorto da subito che era qualcosa di più di un semplice blog. Nato da un’idea di Evan Willimas, Founder di Twitter: ovviamente, possono accedere solo coloro che sono iscritti al social network di microblogging con le stesse credenziali.
A differenza del suo “papà”, la lunghezza dei contributi non si limita ai 140 caratteri canonici: l’intenzione è quella di attrarre autori di storie, articoli, saggi e quant’altro rientri nel campo della scrittura, tanto che Medium è riuscito ad acquisire due magazine, Matter e Epic, per aumentare il flusso di notizie prodotte dal web.
Il fine ultimo, però, è quello di creare una piattaforma in cui autori selezionati vengano pagati per scrivere notizie calde o su commissione: blogger e scrittori quindi unitevi e fatevi sotto! Anche perchè non si tratta di un blog come quelli che conosciamo noi, tutt’altro: è un vero e proprio social network che permette la stesura del contenuto man mano che si scrive, quindi niente tag, title o altro. Foto e video possono essere inseriti nel testo durante la scrittura e cosa ancora più importante, il blog è comunque collaborativo e social: le notizie vengono proposte ai lettori in base alle loro preferenze ed anche in base alle raccomandazioni. Cosa ancora più importante, nessun banner pubblicitario.
Medium.com si pone quindi a metà tra il blog ed un social network: la direzione è comunque quella che stanno intraprendendo un pò tutti i big del social, quella cioè di sfruttare a proprio favore il sentiment degli utenti su relative notizie e provare ad avere almeno l’esclusiva.
Francesca Lizi