Censura fa rima con Twitter?

La piattaforma di microblogging ha diffuso il report relativo alle richieste di censura pervenute dai Governi nazionali durante l’intero 2014, i dati sono davvero impressionanti.
Si chiama Transparency Report, ed è il resoconto semestrale che Twitter, dal 2012, diffonde pubblicamente per permettere di monitorare tutte le richieste di rimozione o occultamento di tweet e account da parte di uno Stato o di altre istituzioni ufficiali autorizzate. Durante il solo periodo Luglio – Dicembre 2014 il social network ha ricevuto un totale di 796 richieste di rimozione contenuti, facendo registrare un incremento di domanda pari all’80% rispetto al semestre precedente (Gennaio – Giugno 2014).
And the Winner is…
Il vincitore di questa speciale classifica di Stati Anti-Social è la Turchia, per mezzo del suo rappresentante più illustre, il Presidente Erdogan, già noto nell’ambiente per aver dichiarato di voler sradicare del tutto Twitter in Turchia e dopo aver bloccato temporaneamente la piattaforma nel Marzo 2014, in concomitanza con le Elezioni Politiche del Paese.
Il bavaglio preferito dalle Democrazie Occidentali?
Sugli scalini più bassi del podio troviamo poi la Russia, che di certo non brilla in materia di censura (e di diritti) con le sue 91 richieste (87% delle quali negate da Twitter) e a seguire (a sorpresa, a mio avviso) la Germania con 43. Non mancano poi altri Governi ‘notoriamente’ democratici e pro libertà di espressione, Francia (sono curioso di leggere il prossimo Report generato a ridosso della vicenda Charlie Hebdo!!!) e Stati Uniti compresi.
Il ruolo centrale di Twitter
Come me esce Twitter da questa vicenda? Beh, di sicuro rafforza la sua centralità in quanto medium Informativo per eccellenza e al contempo si pone come garantista di libertà di espressione, soprattutto quando parliamo di materia politica, sia nazionale che internazionale (basti considerare che solo il 13% delle richieste di rimozione ricevute sono state accolte).
Twitter e la Censura in Italia
E l’Italia? Beh, nonostante il nostro Paese non eccella per libertà di Stampa e in libertà su Internet, non ci sono richieste avanzate durante l’intero 2014. Permettetemi un minimo di malizia e diffidenza ponendovi questo quesito:
questione di democrazia e rispetto dei diritti o più semplicemente info-povertà e arretratezza digitale?
Tommaso Lippiello
Maggio 2017: TWITTER censura tutto ciò che, anche se supportato da prove, fa dichiarazioni non in linea con le politiche e le strategie di vari governi e stati, Vaticano i prima fila…?
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