
La guerra contro l’ISIS passa anche per i social network.
Anonymous oscura più di 5500 account Twitter e il portavoce della comunità di hacker afferma
i nostri strumenti potrebbero essere più efficaci di quelli governativi.
In seguito agli attacchi terroristici avvenuti a Parigi, la comunità di hacker conosciuta come Anonymous ha avviato l’Operazione Parigi, per combattere l’ISIS online. Difatti, attraverso dei video creati in varie lingue, gli “hacktivisti” hanno dichiarato una cyberguerra contrassegnata dagli hashtag #OpParis e #OpISIS.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=oZPucyvPiwc&w=560&h=315]
Per difendere i nostri valori e la nostra libertà, noi smaschereremo i membri dei gruppi terroristici responsabili di questo attacco, noi non ci arrenderemo, noi non perdoneremo e faremo tutto ciò che è necessario per mettere fine alle loro azioni.
Il portavoce di Anonymous, Alex Poucher, ha affermato che la loro organizzazione combatte l’ISIS grazie ad un collettivo formato da hacker esperti, data miner e spie sparse per il mondo. Possono contare, inoltre, su persone molto vicine all’ISIS e presenti in loco, il che consente di raccogliere informazioni molto più facilmente.
A detta di Poucher il collettivo dispone di strumenti che “potrebbero essere migliori di qualsiasi altro strumento governativo per combattere l’ISIS online“. Sappiamo che anche il sedicente Stato Islamico annovera gruppi di hacker tra le sue fila, ma il portavoce di Anonymous è convinto che non siano al loro livello.
Dall’altro lato della barricata virtuale, l’ISIS ha risposto al video #OpParis, apostrofando il gruppo di attivisti online come “idioti”, ma allo stesso tempo ha diffuso delle linee guida che permettessero ai suoi sostenitori di difendersi dai cyber-attacchi.
In realtà, per passare dalle parole ai fatti Anonymous non ha impiegato molto. Nella mattinata di ieri, dall’account Twitter dedicato dall’operazione (@opparisofficial) è stato annunciato che più di 5500 account Twitter collegati all’ISIS sono stati oscurati.
http://twitter.com/opparisofficial/status/666553008541552640
Oltre ai commenti di incoraggiamento comparsi in risposta al tweet, alcuni sollevano il problema della perdita di informazioni utili, ed in risposta viene sottolineato che ci sono anche altri modi di ottenere informazioni al di là di Twitter.
http://twitter.com/opparisofficial/status/666735352506290176
Il blocco ha seguito una logica, Anonymous non è intervenuto su molti tweet dell’ISIS proprio perché in passato hanno fornito informazioni utili.
Qual è lo scopo di una simile azione? Quello di fermare la propaganda del Califfato, di impedire ai simpatizzanti dell’ISIS di utilizzare facilmente un potente strumento di comunicazione come il web, i social network, e Twitter in particolare. Quest’ultimo è infatti il social che maggiormente viene utilizzato per reclutare nuovi membri.
Se le idee e i fondamentalismi di questo manipolo di terroristi sembra risalire a secoli e secoli fa, la comprensione delle potenzialità dei social è qualcosa di estremamente attuale.
Io lo dico, forza Anonymous.
Marica Mastroianni