Alla 69ª Sessione annuale della Commissione sulla condizione femminile delle Nazioni Unite, svoltasi il 13 marzo 2024, la professoressa Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha evidenziato l’importanza di adottare un cambiamento culturale per favorire la conciliazione tra vita familiare e lavoro. La sessione, che si svolgerà fino al 21 marzo, è un momento cruciale per riflettere sull’evoluzione della Dichiarazione e della Piattaforma d’azione di Pechino, a trent’anni dalla loro approvazione. La delegazione della Santa Sede partecipa attivamente per riaffermare l’importanza della parità di diritti tra donne e uomini in tutto il mondo.
Uguaglianza di genere e riconoscimento della dignità
Il primo punto sollevato da Gambino riguarda il riconoscimento della dignità di ogni individuo. La professoressa ha fatto riferimento all’enciclica di Papa Francesco, “Fratelli tutti”, sottolineando come la dignità debba essere riconosciuta a prescindere dalle circostanze personali delle donne. Questo principio trova riscontro anche nella “Dichiarazione Dignitas Infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede, che sancisce la centralità della persona umana e dei suoi diritti. Grazie a questo riconoscimento, si possono porre le basi per realizzare pari opportunità tra donne e uomini. Gambino ha quindi insistito sulla necessità di creare condizioni concrete affinché le donne possano esercitare queste opportunità, evidenziando la lotta contro la povertà come un elemento fondamentale. La professoressa ha dichiarato che non ci può essere né sviluppo né pace quando le donne sono minacciate dalla povertà.
Il ruolo dell’istruzione e della famiglia
Un altro punto cruciale sollevato dalla Santa Sede è l’importanza dell’istruzione nella creazione di un’uguaglianza vera. Secondo la Dichiarazione di Pechino, che viene riconsiderata in questa occasione, l’istruzione è un “aspetto essenziale” per raggiungere l’uguaglianza e il progresso sociale. In questo contesto, la professoressa Gambino ha sottolineato come l’educazione consenta a ciascuno di sviluppare il proprio potenziale, favorendo modelli di “potere e responsabilità condivisi“. A questo si aggiunge l’analisi del ruolo delle donne all’interno della famiglia, la quale è vista come la “unità di base della società“. Negli ultimi trent’anni, alcuni segnali hanno mostrato una tendenza a svalutare il ruolo della maternità. La percezione della maternità come un ostacolo alla realizzazione personale ha portato a una mancanza di supporto per le mamme, le quali si trovano spesso in difficoltà nell’unire vita familiare e lavoro. Gambino ha quindi citato la necessità di fornire assistenza adeguata a queste donne, evidenziando il contributo che offrono alla società.
Donne e pace: il potere del cambiamento
Nel suo intervento, Gambino ha richiamato le parole di Papa Francesco, in particolare una riflessione sulla leadership femminile per un mondo migliore. La professoressa ha enfatizzato che se le donne potessero godere di pari opportunità, il loro impegno potrebbe portare a un cambiamento significativo per un mondo caratterizzato da pace, inclusione e solidarietà. Ha messo in evidenza come la presenza equilibrata di uomini e donne possa arricchire le politiche globali, portando a una maggiore attenzione a questioni cruciali come la sostenibilità e il benessere collettivo.
In questo contesto, le politiche devono andare oltre le dichiarazioni e le buone intenzioni, richiedendo azioni concrete per garantire un cambiamento duraturo. Questo intervento serve a richiamare l’attenzione non solo sulla questione della parità di genere, ma anche sull’importanza di salvaguardare i diritti fondamentali delle donne in tutto il mondo.