Tempistiche di salvataggio sotto esame
Il salvataggio dei tre giovani travolti dal fiume Natisone avrebbe potuto essere completato in un sorprendente tempo di sei minuti, come affermato dall’avvocato Maurizio Stefanizzi, legale delle famiglie coinvolte. In un’intervista con l’ANSA, il legale ha chiarito che, se l’elicottero fosse stato attivato prontamente, sarebbero stati necessari solo due minuti per ciascun ragazzo, grazie all’uso del verricello e della ciambella di salvataggio.
Dettagli cruciali sulla tempistica
La ricostruzione dei fatti, fornita dai carabinieri e ora in possesso delle famiglie, ha rivelato elementi fondamentali riguardo alla tempistica del soccorso. Stefanizzi ha evidenziato che un esperto del Soccorso alpino ha valutato i tempi necessari per il salvataggio, analizzando le manovre che il tecnico di elisoccorso avrebbe dovuto effettuare. Tuttavia, l’allerta per il tecnico, presente all’aerobase di Pasian di Prato, è giunta con un notevole ritardo, ostacolando un intervento tempestivo.
Preoccupazioni sulla gestione della situazione
Il legale ha manifestato la sua preoccupazione riguardo alla gestione dell’emergenza, sottolineando come la mancanza di una reazione immediata abbia portato a conseguenze tragiche. La perizia redatta dall’esperto ha rivelato che, con un’attivazione corretta dei soccorsi, l’esito avrebbe potuto essere diverso. Questo solleva interrogativi sulla prontezza delle operazioni di emergenza e sulla necessità di rivedere i protocolli di intervento in situazioni critiche.
Impatto sulla comunità e richiesta di giustizia
La tragedia del Natisone ha profondamente scosso le comunità locali, riaccendendo il dibattito sulla sicurezza e sull’efficacia dei servizi di emergenza. Le famiglie delle vittime stanno cercando giustizia e chiarezza su quanto accaduto, mentre l’attenzione si concentra su come evitare che simili incidenti possano ripetersi in futuro.