Mosca è il palcoscenico delle trattative tra Stati Uniti e Russia per una tregua in Ucraina - Socialmedialife.it
La situazione in Ucraina continua ad evolversi, con le trattative che si intensificano a Mosca. Gli inviati della Casa Bianca sono arrivati nella capitale russa per cercare di raggiungere un accordo di cessate il fuoco con il governo di Vladimir Putin, dopo l’intesa preliminare stabilita a Gedda, in Arabia Saudita. Le tensioni rimangono elevate, sia sul terreno con gli attacchi russi che in ambito diplomatico, mentre gli attori principali cercano di trovare un terreno comune amid le minacce di sanzioni da Washington.
Questa mattina, Mosca ha accolto l’arrivo dell’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff. Il suo arrivo è stato confermato anche dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha avvertito le parti coinvolte di non affrettarsi nel processo. Peskov ha ribadito che la Russia non desidera una tregua temporanea, quanto piuttosto un accordo duraturo. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha anche dichiarato che Mosca è pronta a discutere le proposte emerse durante i precedenti colloqui a Gedda. Intanto, nei giorni precedenti, statunitensi e russi avevano già avuto colloqui importanti, incluso uno tra il capo dell’intelligence russa e il direttore della CIA.
Il clima rimane teso e fra le parti ci sono molte aspettative e pressioni. Al centro dei colloqui c’è il piano di cessate il fuoco di trenta giorni, e Peskov ha chiarito chiaramente che non ci sono margini per un approccio superficiale. La Russia vuole che il prossimo passo sia un adeguato accordo a lungo termine, piuttosto che un semplice cessate il fuoco.
Il presidente statunitense, Donald Trump, ha intensificato le sue pressioni su Putin per ottenere una tregua più stabilita, soprattutto dopo le mozioni di sostegno a Kyiv. Dopo aver forzato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a firmare un accordo sugli scambi di terre rare nel Donbass e aver riattivato la fornitura di aiuti militari all’Ucraina, Trump si è rilevato un “deal-maker” nella questione. Durante una recente interazione, Trump ha minacciato sanzioni devastanti nei confronti della Russia se Putin non accoglierà la proposta di cessate il fuoco. Questa strategia mira a creare una pressione diretta sui leader russi, ma presenta anche il rischio dell’escalation.
Il Cremlino ha risposto affermando che è probabile che ci sia un colloquio tra i due leader nel corso della giornata. Tuttavia, Putin ha chiarito che non sarà disposto a discutere di tregue temporanee. La Russia chiede delle condizioni chiare: tra le più contestate, il rifiuto dell’invio di peacekeeper europei in Ucraina e la richiesta di riconoscimento della sovranità russa su alcune regioni contese.
Putin ha delineato quali siano le sue condizioni per un’eventuale trattativa. Un punto cruciale per il Kremlin è l’inaccettabilità del coinvolgimento di forze militari europee che potrebbero compromettere la situazione. Zakharova stessa ha avvisato riguardo alla risposta a possibili invasioni da parte di peacekeeper, promettendo il massimo impegno da parte russa nel caso di un conflitto diretto. Altri aspetti sollevati includono il netto rifiuto del possibile allargamento della NATO a includere l’Ucraina, e la richiesta di riconoscimento della sovranità russa nelle regioni recentemente occupate.
La Russia è chiaramente determinata a non concedere spazio per un cessate il fuoco che possa risultare solo temporaneo, considerandolo come un’opportunità per Kyiv di riorganizzarsi. Pertanto, le trattative rimangono in un delicato equilibrio tra negoziati e posizioni rigidamente contrapposte.
Nella parte orientale del paese, gli scontri intensificano la loro presenza, con la Russia che ha lanciato un pesante attacco aereo su diverse città ucraine. L’aeronautica ucraina ha riferito che, nella notte, sono stati impiegati 117 droni contro obiettivi ucraini, di cui ben 74 sono stati abbattuti. Le città più colpite comprendono Sumy, Odessa, Kharkiv e Kyiv, creando una significativa perdita umana e danni strutturali.
Soprattutto il porto di Odessa sembra essere a rischio, dove un missile balistico ha provocato la morte di quattro persone e seri danni a una nave mercantile in operazioni di carico. Anche la città di Dnipro ha visto la sua quota di danni, con tre feriti segnalati tra la popolazione locale.
Le tensioni non si limitano solo alle trattative diplomatiche. La situazione sul campo rimane critica, in particolare nella regione di Kursk. Qui, le forze russe hanno lanciato una controffensiva significativa che ha portato anche a un’assistenza della bandiera russa nella città di Sudzha, evidenziando una crescente capacità di avanzamento militare.
Il generale Oleksandr Syrsky ha confermato il ritiro delle forze ucraine, sottolineando che il suo obiettivo primario è la salvaguardia della vita dei soldati. Questo posizionamento pone Kyiv in una condizione di vulnerabilità, mentre gli analisti osservano con attenzione la dinamica del confronto e le eventuali strategie di recupero da parte dell’Ucraina, che si trova ora in una fase decisiva per le future trattative nella regione.