Mobilitazione pacifista a Cagliari: no al riarmo e alla guerra in Europa

A Cagliari, un presidio pacifista ha riunito centinaia di persone contro il riarmo in Europa, denunciando l’allocazione di fondi militari a scapito del welfare e dei diritti sociali.
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Mobilitazione pacifista a Cagliari: no al riarmo e alla guerra in Europa - Socialmedialife.it

Un messaggio forte e chiaro è stato lanciato ieri da un presidio a Cagliari, dove circa duecento-trecento persone si sono radunate in piazza Costituzione per esprimere il loro dissenso riguardo al riarmo in Europa. Questo incontro è avvenuto in risposta alla manifestazione in corso nella vicina piazza del Carmine, che sosteneva la posizione dell’Unione europea e le spese militari significative. Gli organizzatori del presidio hanno sottolineato come la somma di 800 miliardi di euro prevista per l’aumento delle spese militari debba essere sottratta da fondi destinati al lavoro e al welfare.

Le voci del presidio pacifista

Con striscioni che proclamavano frasi come “No riarmo” e “Fuori la guerra dalla storia“, il presidio ha dato vita a un’importante manifestazione pacifista. La presenza di contestatori, che si sono presentati alla festosa riunione pro Europa con le mani “insanguinate” di rosso, rappresenta un gesto di ribellione simbolica contro la guerra. Uno dei portavoce della manifestazione è stato Enrico Rubiu del sindacato Usb, il quale ha affermato: “Questa Europa del riarmo non è la nostra Europa. Non si prepara la pace con le armi.”

Rubiu ha centrato il suo discorso sul fatto che gli storici movimenti dei lavoratori, tradizionalmente sostenitori di pace e progresso, non si riconoscono nelle piazze alleate al riarmo. Questo richiamo ai valori fondanti del movimento operaio ha trovato risonanza tra i partecipanti. La manifestazione ha messo in evidenza le contraddizioni di chi, pur proclamando il sostegno allo Stato sociale, appoggia una spesa pubblica destinata all’acquisto di armamenti, principalmente di origine americana.

Denuncia dei contrasti tra spesa pubblica e welfare

Il presidio ha messo in evidenza le problematiche legate alla spesa pubblica e all’influenza che ha sulle vite dei cittadini. “Non lascerà neanche le briciole per i lavoratori e le lavoratrici“, ha affermato Rubiu, denunciando la decisione di finanziare l’industria militare a scapito di importanti investimenti in assistenza sociale. Questo richiamo alla responsabilità sociale si è configurato come un appello per una diversa allocazione delle risorse, quella necessaria a sostenere il welfare e migliorare le condizioni di vita.

Il messaggio si è fatto più incisivo con queste parole: “Oggi, nelle piazze pro riarmo, cercheranno di dipingerla diversamente, ma la sostanza è chiara. Chi sta in quella piazza è nemico dei lavoratori e dei cittadini.” La ferma convinzione espressa dai manifestanti ha lo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza di una politica di pace e di sostegno ai diritti sociali. Questo bagaglio di esperienze e convinzioni ha dato vita a un messaggio inequivocabile: l’Unione europea deve orientarsi verso il dialogo e non verso l’escalation militare.

Chiamata all’azione per un futuro pacifico

La manifestazione a Cagliari vorrebbe stimolare una riflessione più ampia sull’interazione tra politica, spesa pubblica e responsabilità sociale. Con un appello alla pace, il presidio dei lavoratori invita a considerare l’importanza dell’investimento nella società, sostenendo un percorso che privilegi il benessere comune rispetto all’industria bellica. Questo evento ha sottolineato l’urgenza di cambiare le priorità politiche per un’Europa che possa realmente investire nel suo futuro senza ricorrere all’uso delle armi.

Le parole espresse dai partecipanti rimandano a una tensione persistente tra il welfare e la difesa, una dicotomia che continua a caratterizzare il dibattito pubblico. Con il sostegno popolare in evoluzione, questi temi rimangono centrali per la costruzione di un’Europa pacifica e solidale.

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