Il docufilm intitolato “Miss Italia non deve morire” sarà disponibile su Netflix dal 26 febbraio 2025. Questa affermazione, chiara e incisiva, non è solo un desiderio, ma un appello a preservare una tradizione di intrattenimento che ha raggiunto gli 85 anni. Il concorso, nato nel 1939 con il nome di “5.000 lire per un sorriso”, ha riflesso nel tempo i cambiamenti sociali e culturali del nostro Paese. Tuttavia, ha subito critiche per aver promosso un’immagine obsoleta e non inclusiva delle donne, e recentemente ha affrontato richieste di ammissione per partecipanti transgender, che sono state respinte a causa di un regolamento che richiede di essere donne dalla nascita.
Un concorso in evoluzione
L’epoca in cui le aspiranti miss venivano valutate solo in base a misure come 90-60-90 è ormai un ricordo. Oggi, figure come Miriam Leone, Anna Valle, Caterina Balivo, Francesca Chillemi, Martina Colombari e Giusy Buscemi hanno dimostrato che il concorso può essere un trampolino di lancio verso carriere di successo nel mondo dello spettacolo. Tuttavia, Miss Italia, un tempo trasmesso in prima serata su Rai con ascolti paragonabili a quelli del Festival di Sanremo, ha perso la sua emittente nazionale e ora trasmette la finale sul proprio canale YouTube. Questa esclusione dai palinsesti è stata giustificata con l’argomento che il messaggio del concorso è ormai superato.
La voce di Patrizia Mirigliani
Patrizia Mirigliani, che ha assunto la direzione del concorso dal padre Enzo nel 2000, esprime il suo disappunto per la situazione attuale. In un’intervista a FQMagazine, ha affermato: “Ho aperto le porte a taglie diverse, ho accolto madri e donne con disabilità, ho creato spazi per chi ha subito abusi e violenze, e ho invitato esperte in vari campi a partecipare. Quest’anno, inoltre, ci impegneremo nella prevenzione del cancro attraverso un camper che visiterà diverse tappe delle selezioni. Non è questo un cambiamento significativo?”. Mirigliani sottolinea il suo impegno per un concorso più inclusivo e rappresentativo.
Il docufilm, realizzato da Pietro Daviddi, David Gallerano e Gregorio Romeo, e prodotto da Gabriele Immirzi per Fremantle e Tommaso Bertani per Ring Film, si propone di stimolare una riflessione. La domanda centrale che emerge è: Miss Italia deve morire oppure no? Le immagini presentate nel film, a tratti ironiche, pongono interrogativi sul futuro del concorso.
Riflessioni sul passato e sul futuro
Il film mostra anche momenti controversi, come l’accostamento tra la premier Giorgia Meloni e l’ingresso delle aspiranti miss, o le affermazioni di Sgarbi e Cruciani riguardo alla bellezza femminile. Si assiste a discussioni tra agenti regionali maschili, con opinioni contrastanti sulla bellezza e sull’idoneità delle partecipanti. Patrizia Mirigliani, che ha affrontato il mondo maschile per anni, si mostra a volte disillusa ma capace di ironizzare. Riguardo all’accostamento con Meloni, afferma: “Il concorso non ha mai avuto un colore politico. Persino Romano Prodi si era espresso a favore.” Inoltre, ricorda come Mattarella abbia nominato Chiara Bordi, una delle sue miss con protesi alla gamba, alfiere della Repubblica.
Mirigliani è consapevole che, sebbene Miss Italia abbia un passato superato, ha cercato di apportare cambiamenti significativi. Ha creato fasce come quella di Miss Coraggio e ha lavorato per modernizzare l’immagine del concorso. Tuttavia, ha espresso il suo disappunto per come alcune selezioni siano state accostate a eventi come le corse dei cavalli, considerandolo un tentativo di ironia mal riuscita.
Il sogno di Aurora e il futuro del concorso
Nel docufilm emerge anche la figura di Aurora, una giovane calciatrice dai capelli corti che esprime idee chiare e intelligenti. La sua presenza rappresenta un cambiamento nell’immagine femminile e una richiesta di libertà. Aurora, che ha partecipato alle pre-finali nazionali, ha dimostrato di voler perseguire i propri sogni senza compromessi. Mirigliani ha già avviato un processo di revisione dei criteri di selezione, puntando a un’idea di bellezza che abbraccia fascino e personalità.
Riguardo al futuro di Miss Italia, Mirigliani ha dichiarato: “Devo lottare io come donna, anche nella mia solitudine. Ho affrontato un clima ostile al mio ritorno a Roma, ma ho continuato a combattere per il concorso.” Ha anche parlato del suo desiderio di vedere suo figlio Nicola prendere parte a questa tradizione, ma sottolinea che la sua lotta è personale e non necessariamente legata a lui.
Patrizia Mirigliani spera che il docufilm stimoli un dibattito significativo: “Cancellare un programma che è per le donne e piace a molte di loro è stato un gesto di prevaricazione. Dobbiamo ripensare insieme a questo evento per offrire grandi opportunità alle donne.”