A marzo 2025, i mercati finanziari globali vivono una fase di grande instabilità e nervosismo, alimentata dalle decisioni incongrue del governo di Donald Trump. Le borse di tutto il mondo stanno registrando significativi cali, mentre gli investitori lottano per interpretare le mosse del presidente riguardo a tariffe e politiche economiche. In questo contesto, la situazione a Wall Street continua a segnare il passo, tra rialzi timidi e perdite preoccupanti.
Wall Street affronta vendite massicce
Nella giornata di ieri, Wall Street ha chiuso con una performance mista, con il Dow Jones che ha mantenuto un segno negativo, mentre l’S&P 500 ha registrato una perdita vicina all’1% in mattinata. Nonostante un leggero recupero di titoli tecnologici come Tesla, che ha visto un incremento del 5%, il mercato rimane turbato dall’incertezza creata dalle azioni governative. I dazi, annunciati e poi smentiti, su metalli importati dal Canada hanno esacerbato la situazione, creando confusione tra gli analisti e sugli investitori.
Le vendite hanno colpito in particolare il settore automobilistico tradizionale, con gruppi come Ford e Stellantis che hanno visto la loro valutazione diminuire notevolmente. Il Nasdaq, dopo un forte calo del 4% nella seduta di lunedì, ha tentato di mantenersi sulla linea della parità senza riuscire a stabilizzarsi pienamente. Le borse europee e asiatiche hanno seguito il trend negativo, accentuando una crisi di fiducia che sembra non avere fine nel breve periodo.
I fattori di instabilità economica
Le oscillazioni sui mercati si sono intensificate dopo che Trump ha inizialmente annunciato tariffe su quasi tutti i prodotti importati dai vicini canadesi e messicani, per poi adottare una posizione più cauto. Questa indecisione ha sollevato allarmismi tra gli operatori, mentre gli esperti iniziano a intravedere i primi segnali di un possibile rallentamento economico. Analisi recenti indicano che crescerà la preoccupazione sulla capacità del governo di mantenere l’equilibrio dei mercati nel lungo termine.
Nonostante i tentativi di recupero da parte di aziende come Tesla e Nvidia, la ritrovata fiducia degli investitori dipende strettamente dai futuri sviluppi delle politiche commerciali e dalla gestione delle emergenze nazionali da parte dell’Amministrazione Trump. Il via libera di Kiev a un cessate il fuoco ha fornito un leggero slancio ai mercati, ma non è sufficiente a sedare le ansie derivanti da una crisi economica che potrebbe approfondirsi.
L’emergenza nazionale e le conseguenze fiscali
Le attuali scelte del presidente Trump si differenziano notevolmente rispetto al suo primo mandato, dove le misure economiche erano più mirate e studiate. Ora, con una dichiarazione di emergenza nazionale, Trump ha esteso i suoi poteri per imporre dazi a Canada, Messico e Cina, giustificandoli con la necessità di affrontare fenomeni di traffico di droga e migrazioni irregolari. Questa strategia potrebbe avere conseguenze durevoli su tutte le economie coinvolte, dato che il presidente sembra intenzionato a instaurare dazi reciproci con una gamma più ampia di paesi, inclusi quelli europei e il Regno Unito, a partire dal mese prossimo.
La confusione generata da queste politiche ha provocato incertezze nei mercati, ponendo interrogativi sul futuro delle relazioni commerciali degli Stati Uniti. Mentre gli analisti di Baird investment, come Ross Mayfield, continuano a proiettare un rallentamento piuttosto che una recessione imminente, il rischio di eventi imprevisti e misure economiche impulsive potrebbe riportare il clima di instabilità sui mercati, rendendo difficile fare previsioni affidabili. L’atteggiamento degli investitori nei mesi a venire sarà cruciale per determinare come questi eventi influenzeranno l’economia globale.