Mercati globali in crisi: il crollo delle Borse dopo i dazi americani e la risposta della Cina

I mercati finanziari globali subiscono un crollo significativo a causa dei nuovi dazi statunitensi, con perdite drammatiche in Asia ed Europa e impatti negativi anche sul settore delle criptovalute.
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L’inizio della settimana ha portato a un significativo calo dei mercati finanziari mondiali, innescato dall’annuncio di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti e dalla reazione immediata della Cina. La situazione è degenerata rapidamente, partendo dall’Asia per diffondersi in Europa e nel settore delle criptovalute.

Crollo dei mercati asiatici

Le Borse asiatiche hanno aperto la settimana con perdite drammatiche. Tokyo ha registrato una chiusura storica, segnando un -7,83%, il terzo peggior risultato mai registrato. Anche Shanghai ha subito un forte ribasso, cedendo oltre il 7%, mentre Shenzhen ha visto una caduta superiore al 10%. Hong Kong è stata particolarmente colpita con un crollo del 13,22%, evocando ricordi della crisi asiatica del 1997. Taiwan ha vissuto la sua peggiore giornata di sempre con un calo del 9,7%. Seul non è stata immune alla tempesta finanziaria, chiudendo a -5,57%. Altre piazze come Singapore, Mumbai e Sydney hanno visto flessioni tra il 3% e l’8%.

Questi eventi sono stati alimentati dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Gli investitori hanno reagito negativamente all’incertezza economica generata dai nuovi dazi imposti dal presidente Trump su beni cinesi. Le vendite massicce di azioni hanno caratterizzato le contrattazioni giornaliere nelle principali borse asiatiche.

Impatti sui mercati europei

La situazione non è migliorata quando i mercati europei sono stati aperti al trading. Molti titoli sono stati bloccati per “eccesso di ribasso” nelle prime ore di contrattazione. Milano ha chiuso con una perdita del 6,4%, mentre Parigi ha registrato -6,5% e Francoforte addirittura -9%. Londra e Madrid si sono comportate leggermente meglio ma comunque negative: rispettivamente -6,5% e -4,7%.

Il settore bancario europeo è stato uno dei più colpiti dalla crisi attuale; in Italia le banche come Bper Banca ed Mps hanno riportato perdite a doppia cifra insieme ad altre istituzioni significative come Banco BPM, Unicredit ed Intesa Sanpaolo.

Queste fluttuazioni nei prezzi delle azioni riflettono l’ansia degli investitori riguardo alla stabilità economica globale sotto l’influenza delle nuove politiche commerciali statunitensi.

Crisi nel mercato delle criptovalute

Anche il mercato delle criptovalute non è sfuggito agli effetti negativi dell’annuncio dei dazi americani. Il Bitcoin ha subito una perdita superiore al 7%, scendendo sotto i $77.000; questa flessione segna anche una difficoltà nel trovare stabilità dopo aver raggiunto picchi significativi nei mesi precedenti. Ethereum non se la passa meglio: il suo valore è precipitato sotto i $1.550, cancellando così gran parte dei guadagni ottenuti dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

La volatilità continua a caratterizzare questo settore emergente che già soffriva di instabilità prima dell’impatto recente dovuto alle tensione geopolitiche.

Risposta cinese ai dazi americani

In risposta ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti che ammontano al 34% su tutte le importazioni provenienti dagli USA, Pechino non si è fatta attendere accusando l’amministrazione Trump di “unilateralismo” ed “economico bullismo”. La Cina sta considerando misure alternative per stimolare la propria economia che già mostra segni evidenti di stress a causa dell’intensificarsi della guerra commerciale.

Le autorità cinesi stanno valutando strategie per mitigare gli effetti negativi sul proprio mercato interno mentre cercano anche soluzioni diplomatiche per affrontare direttamente gli Stati Uniti nella speranza di ridurre ulteriormente le tensioni commerciali future.

Andamento dei prezzi energetici

Il prezzo del petrolio segue anch’esso la tendenza negativa riscontrata nei mercati azionari; sia WTI che Brent mostrano calo oltre il 2%. Questo abbassamento potrebbe influenzare ulteriormente l’economia globale dato che molti paesi dipendono fortemente dalle esportazioni energetiche per sostenere i propri bilanci nazionali.

In aggiunta, lo spread tra Btp e Bund torna sopra quota 130 punti base aumentando così il rischio percepito sui titoli sovrani italiani rispetto agli altri paesi europei. L’euro intanto guadagna terreno sul dollaro americano ma rimane incerto quale sarà l’impatto finale sulle economie coinvolte nella disputa commerciale attuale.

Nel frattempo, Trump minimizza gli effetti immediatamente visibili sui mercati affermando che “I dazi sono una cura necessaria,” paragonandoli a una medicina difficile ma inevitabile. Promette inoltre futuri negoziati senza alcuna intenzione apparente di tornare indietro sulla sua decisione iniziale.

Con questi sviluppamenti continui, tutti gli occhi restano puntati sull’evoluzione della situazione economica globale mentre le borse continuano a vacillare sotto pressioni esterne crescentemente preoccupanti.