Marsiglia, una delle città più dinamiche della Francia, si rivela attraverso i suoi mercati e il festival Babel Music. Questi eventi non solo offrono un assaggio della cultura locale, ma anche un’opportunità per esplorare temi sociali e musicali contemporanei. Il festival, che ha avuto inizio nei primi anni 2000, continua a essere un punto di riferimento per l’accoglienza culturale e il meticciato.
I mercati come riflesso della diversità culturale
Per comprendere appieno l’essenza di Marsiglia, è fondamentale visitare i suoi mercati. Luoghi come il Marché di Rue Longues des Capucines o Il Suq di Belsunce offrono una varietà straordinaria di prodotti: spezie nordafricane, frutti caraibici e alghe provenienti dagli oceani Pacifico e Indiano. Queste esperienze sensoriali arricchiscono la comprensione della città, rendendo evidente la sua natura multiculturale.
I mercati non sono solo spazi commerciali; sono anche luoghi d’incontro dove le persone condividono storie ed esperienze. Durante il Babel Music 2025, questi aspetti emergono chiaramente nelle conferenze dedicate a temi attuali come la prevenzione delle violenze sessiste durante eventi giovanili o le nuove direzioni dei modelli economici nel settore musicale. La Friche Belle de Mai diventa così un centro nevralgico per discussioni significative tra professionisti del settore.
Cambiamenti logistici del festival
Il Babel Music ha affrontato diverse sfide organizzative nel corso degli anni. Uno dei cambiamenti più significativi riguarda la sede storica degli showcase: i Docks du Sud. Questo spazio ha ospitato numerosi concerti ed eventi dal suo avvio, ma dal prossimo anno gli organizzatori dovranno cercare nuove location per continuare a offrire spettacoli coinvolgenti.
Durante questa edizione del festival nel 2025 è stato avviato un processo sperimentale con nuovi spazi come Cité de la Musique e Alcazar. La prima serata ha visto esibirsi due duo musicali distintivi: Ablaye Cissoko alla kora insieme a Cyrille Brotto all’organetto, che hanno creato una fusione unica tra tradizioni senegalesi e occitane.
Un programma ricco di talenti internazionali
Il secondo duo che si è esibito all’Alcazar era composto da Sabela Caamaño all’organetto diatonico e Antía Ameixeiras al violino; insieme hanno presentato una performance che oscillava tra toni eleganti e ironici, catturando l’attenzione del pubblico presente.
La programmazione del festival includeva anche artisti provenienti da contesti arabi o maghrebini; uno degli ensemble più interessanti era Jawa, dedicato alla tradizione sufi con radici ad Aleppo. Nei giorni successivi altri gruppi avrebbero portato sul palco sonorità diverse dal Nord Africa fino al Medio Oriente.
Tra le performance memorabili ci sono state quelle dei Bab L’Bluz, che mescolano elementi rock con musica tradizionale Gnawa marocchina; inoltre Sami Galbi ha proposto connessioni tra electro-raï algerino e chaâbi egiziano in uno spettacolo energico nella Sala Cabaret dei Docks.
Una varietà musicale senza confini
Il cartellone del Babel Music 2025 ha messo in luce artisti diversi come il trio Boucs dedicato al folk occitano oppure La Mossa con una proposta tutta femminile basata su voce e percussioni. Anche Dario Muci ha presentato brani impegnativi, mentre Kin’Gongolo Kiniata ha portato sul palco ritmi afro-funk coinvolgenti.
Un altro momento significativo è stato quello dell’ensemble Bitoi, che gioca sull’importanza delle corde basse grazie alla presenza del bassista etiope-svedese Cassius Lambe, accompagnato dalle voci femminili fortemente evocative delle sue compagne d’avventura musicalmente parlando.
L’esibizione finale è stata affidata a Craze , che con il suo biniou bretone ha chiuso magistralmente l’edizione 2025, trasportando gli spettatori in una trance sonora intensa attraverso melodie digitalizzate ripetitive mentre camminava fra il pubblico stesso, creando così un legame diretto con gli ascoltatori presenti.