Meditazioni in Aula Paolo VI: Il riposo secondo la Bibbia e il suo significato profondo

Nella nona meditazione degli Esercizi Spirituali, si esplora il riposo come stato di pienezza e soddisfazione, sottolineando la sua importanza nella vita cristiana e nel contesto contemporaneo.
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Nella nona meditazione degli Esercizi Spirituali che si svolgono in Aula Paolo VI, il tema centrale affrontato dal predicatore della Casa Pontificia è il concetto di riposo, interpretato non come inattività, ma come uno stato di pienezza e soddisfazione. Nella cerimonia, inoltre, è intervenuto monsignor Viola, segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che ha espresso a nome della Curia la vicinanza e la preghiera al Papa nel giorno dell’anniversario della sua elezione.

Una riflessione sul riposo e sulla vita eterna

Il riposo è un tema di grande rilevanza nella tradizione cristiana, eppure spesso non viene compreso nella sua essenza più profonda. A partire dall’infanzia, siamo abituati a recitare preghiere che parlano di “eterno riposo”, ma l’idea di un riposo che si traduce in inattività perpetua genera confusione. Questa visione potrebbe sembrare una delusione, quasi come se la vita si concludesse in un sonno infinito. Questo malinteso nasce dalla nostra concezione restrittiva del riposo.

In realtà, secondo la Bibbia, il riposo rappresenta una condizione di appagamento. Dio stesso ha sperimentato il riposo dopo la morte di Gesù, quando il corpo di Cristo è stato posto nel sepolcro. In questo caso, il “riposo” non è un’inerzia, ma un segno di compimento e realizzazione. Come viene evidenziato in una tradizionale omelia sul Sabato Santo, si può affermare che “Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi”. Questo evento illustra come anche nei momenti di apparente inattività, vi sia un’azione profonda.

Il riposo nel mondo contemporaneo

Nel contesto attuale, il riposo è spesso un lusso trascurato. Viviamo in un’epoca che impone la continua attività e la produttività. Sebbene ci siano molte più opportunità rispetto al passato, spesso incontriamo difficoltà nel trovare il tempo per un vero riposo. La parabola del servo, che non si aspetta un premio per il lavoro svolto, ma accetta il suo compito come dovere, ci insegna una lezione cruciale: finché ci ossessioniamo per i risultati, il riposo rimarrà un miraggio.

Solo chi riesce ad abbracciare serenamente i propri limiti potrà scoprire il vero significato del riposo. Questo non è solo un momento di inattività, ma una libertà dal dover dimostrare costantemente il proprio valore. È una fase di accettazione dove l’amore di Dio può fluire liberamente. La scrittura ci ricorda: “Chi è entrato nel riposo di Dio, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie” .

Riscoprire il vero significato del riposo

Il vero riposo non deve essere visto come una pausa dalla vita, ma come un’opportunità per vivere più intensamente e senza ansia. Non può essere confuso con la passività. Al contrario, rappresenta una forma di fiducia attiva, che ci rende liberi di esprimere e ricevere amore. La scrittura afferma: “Nell’amore non c’è timore. L’amore perfetto scaccia il timore” .

In questo contesto, la vita eterna non viene vista come un obiettivo lontano, ma come una realtà che si manifesta improvvisamente nei nostri cuori. Ognuno di noi è già chiamato a vivere questa dimensione, imparando a riposare in Dio e a lasciare andare il superfluo. Questa attitudine può trasformare la nostra vita quotidiana, guidandoci verso un’esistenza piena e significativa. Il riposo diventa così parte integrante di un cammino di fede dove si impara a vivere nel presente, consapevoli della presenza divina che ci circonda.

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