Marito indagato per tentato omicidio dopo intossicazione da monossido della moglie e figli

Un operaio di 50 anni a Como accusato di tentato omicidio dopo un’intossicazione da monossido di carbonio nella sua famiglia, scatenando un’indagine sulla violenza domestica.
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marito indagato per tentato omicidio dopo intossicazione da monossido di carbonio che ha colpito moglie e figli nel 2025

Un episodio allarmante di intossicazione da monossido di carbonio ha scatenato un’indagine a Como, dove un operaio tessile di 50 anni , originario della Tunisia, è accusato di tentato omicidio nei confronti della moglie e dei tre figli minorenni. L’incidente è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 gennaio 2025 , quando la famiglia è stata soccorsa nella loro abitazione nel quartiere di Breccia , a causa di un principio di avvelenamento.

Le circostanze dell’incidente

La situazione è emersa dopo che la moglie dell’uomo ha richiesto assistenza medica e ha denunciato l’accaduto. Grazie a un trattamento in camera iperbarica , la donna è riuscita a salvarsi, mentre i figli non hanno necessitato di cure particolari. Secondo le indagini, il braciere acceso dal marito nella camera da letto non era destinato a riscaldare l’ambiente, ma sarebbe stato parte di un piano di vendetta nei confronti della consorte, che la sera precedente aveva manifestato l’intenzione di separarsi.

Le indagini e le misure precauzionali

Dopo un mese di indagini approfondite, la Procura della Repubblica di Como ha deciso di applicare un braccialetto elettronico all’uomo e di disporre il suo allontanamento dall’abitazione familiare. Questa misura è stata adottata per garantire la sicurezza della moglie e dei figli, in attesa di ulteriori sviluppi del caso. Gli inquirenti hanno considerato l’azione del marito come premeditata, tenendo conto del contesto familiare e delle tensioni emerse nei giorni precedenti l’incidente.

Il ruolo dell’accusato e la reazione ai soccorsi

In un colpo di scena, è stato lo stesso uomo a contattare i soccorsi, un fatto che ha complicato la valutazione della sua posizione. Nonostante la gravità delle accuse, la decisione di non applicare la custodia cautelare in carcere è stata giustificata dalla sua collaborazione con le autorità. Tuttavia, la situazione rimane delicata e gli sviluppi futuri dell’indagine potrebbero portare a ulteriori misure restrittive nei suoi confronti.

La comunità di Como osserva con attenzione l’evolversi di questa inquietante vicenda, che solleva interrogativi sulla violenza domestica e sulla protezione delle vittime . Si spera che si possa fare luce su quanto accaduto e garantire un futuro sereno per la donna e i suoi figli.

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