Il regista Marco Lorenzi porta in scena “Continueremo a chiamarla felicità”, uno spettacolo che affronta temi di grande attualità come la ribellione, il desiderio e il senso di lotta nel contesto contemporaneo. Le rappresentazioni si svolgeranno al Teatro Storchi di Modena sabato 5 aprile alle ore 19:00 e domenica 6 aprile alle ore 16:00. Gli allievi del Corso di Alta Formazione Attoriale Internazionale della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro, sostenuta dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Emilia-Romagna, saranno i protagonisti sul palco.
Un’esperienza immersiva per il pubblico
Lorenzi ha scelto un approccio innovativo per coinvolgere gli spettatori, montando le sedute direttamente sul palcoscenico. Questa decisione trasforma la sala del Teatro Storchi in una scenografia suggestiva, creando una connessione più intima tra gli attori e il pubblico. Gli interpreti si pongono domande cruciali riguardo alla lotta odierna per i propri ideali, cercando risposte attraverso l’arte teatrale. L’interrogativo centrale è se sia possibile continuare a combattere in un mondo che sembra spesso privo di speranza.
Nel corso delle prove, gli allievi-attori hanno esplorato le loro emozioni e esperienze personali legate ai temi dello spettacolo. Questo processo creativo ha permesso loro non solo di sviluppare abilità tecniche ma anche una consapevolezza profonda delle questioni sociali contemporanee. La performance finale rappresenta quindi non solo un risultato artistico ma anche un viaggio collettivo verso la comprensione del proprio ruolo nella società.
Il percorso formativo degli attori
Marco Lorenzi è co-fondatore della compagnia Il Mulino di Amleto ed è stato coinvolto da ERT in diverse produzioni recenti. Nel suo lavoro con gli allievi della Scuola Iolanda Gazzerro, ha collaborato con altri importanti nomi del teatro italiano come Mariangela Gualtieri ed Ermanna Montanari per guidarli lungo un percorso formativo iniziato nel novembre 2024.
Durante questo periodo, Lorenzi ha incoraggiato i giovani artisti a riflettere sulla loro identità professionale e personale come attori emergenti. Le note allo spettatore scritte dallo stesso regista evidenziano l’importanza della ricerca individuale nel processo creativo: “I mesi passati insieme sono stati dedicati interamente al loro essere giovani attrici e giovani attori alla ricerca.” Questa fase formativa si concentra sull’esplorazione dei concetti chiave che caratterizzano lo spettacolo: ribellione, rivoluzione e felicità.
Tematiche affrontate nello spettacolo
La drammaturgia originale dello spettacolo intreccia tre periodi storici distintivi: la Russia del 1905 descritta da Albert Camus; l’Italia tra il 1969 e il 1974 secondo Fabrizio Sinisi; infine Modena nel presente anno del 2025. Attraverso questi riferimenti storici diversi, lo spettacolo cerca di dare voce alle paure, gioie e speranze degli artisti coinvolti nella produzione.
Le domande sollevate dagli interpreti riguardano la possibilità stessa della trasformazione sociale senza ricorrere alla violenza o alla forza bruta. Inoltre viene esplorata l’evoluzione dell’idea collettiva di felicità rispetto al desiderio individuale; ciò implica interrogarsi su cosa significhi realmente combattere oggi per ideali condivisi in una società complessa.
Lorenzi conclude le sue osservazioni sottolineando quanto sia fondamentale mantenere viva la fiducia nelle proprie aspirazioni artistiche anche quando ci si trova ad affrontare sfide significative nella vita quotidiana degli artisti emergenti.
Con questa proposta teatrale intensa ed evocativa, “Continueremo a chiamarla felicità” invita tutti noi a riflettere sul nostro posto nel mondo contemporaneo mentre ci interroga sulle motivazioni profonde che spingono ognuno ad agire o resistere nei momenti difficili.