“The Truth on Sendai City” è il primo lungometraggio di Marco Bolognesi, artista e regista bolognese. Dopo la sua anteprima al Trieste Science+Fiction Festival 2024, il film ha avviato un tour nelle sale italiane. Questo progetto rappresenta l’ultima tappa di una lunga carriera artistica e si inserisce all’interno del più ampio progetto “Sendai City: The Truth“, che esplora una megalopoli post punk ispirata alla Trilogia dello Sprawl di William Gibson.
La genesi del film
La narrazione di “The Truth on Sendai City” è articolata in tre capitoli: Amore, Potere e Libertà. Ogni segmento offre una prospettiva unica su eventi comuni attraverso gli occhi dei protagonisti. Il sergente Orange esprime il suo amore per la compagna nel primo episodio; la comandante Eva Sanchez affronta la sua incessante ricerca di potere nel secondo; infine, Syan, una ribelle in cerca di libertà, conclude la trilogia con le sue aspirazioni.
Bolognesi ha spiegato che l’idea centrale del film ruota attorno al concetto di verità. Secondo lui, è fondamentale distinguere tra verità ed esperienza personale: “La verità è basata su un’esperienza individuale mentre la realtà rimane soggettiva”. In un contesto contemporaneo segnato da social media e questioni legate alla privacy, questo tema diventa cruciale. L’intento era quello di presentare una storia semplice ma profonda che evidenziasse come diversi punti di vista possano coesistere nella stessa situazione.
Inoltre, il regista ha voluto includere anche un quarto punto di vista: quello della città stessa. Questa voce narrante agisce come un coro greco moderno che commenta gli eventi e le dinamiche sociali all’interno della megalopoli immaginaria.
Un mondo distopico
Sendai City è descritta come un vasto agglomerato urbano governato dal Grande Cervello, entità misteriosa che si nutre delle emozioni degli schiavi sottostanti alla superficie della città. Le fondamenta della società sono costruite su tre principi chiave: Ordine, Benessere e Sicurezza. Tuttavia, sotto questa facciata democratica si cela una dittatura oppressiva che costringe i cittadini a vivere in uno stato permanente d’ansia e controllo.
Syan emerge come leader della resistenza contro questo regime totalitario; dotata di poteri straordinari ma priva dei suoi ricordi passati, deve affrontare dilemmi morali complessi mentre cerca vendetta contro il Generale Von Spieldorf—un ex amante destinato a diventare vincitore delle elezioni imminenti.
Questo scenario riflette preoccupazioni attuali riguardo al controllo sociale attraverso tecnologie invasive e manipolazione dell’individuo da parte delle istituzioni governative o corporative.
Un viaggio lungo vent’anni
Marco Bolognesi ha dedicato vent’anni alla creazione del suo universo narrativo cyberpunk, iniziando nel 2002 con opere artistiche multidisciplinari prima ancora dell’approdo al cinema. Il percorso include anche collaborazioni significative come quella con Carlo Lucarelli per la graphic novel “Protocollo”.
Il regista ha utilizzato diverse tecniche artistiche per affrontare temi complessi legati alla percezione della realtà nei suoi lavori precedenti—una pratica ora ripresa anche nel lungometraggio dove l’animazione gioca un ruolo cruciale nella narrazione visiva del film stesso.
Dal punto tecnico sono state adottate scelte innovative tra cui animazioni a passo quattro create attraverso clip storiche rielaborate manualmente per dare vita a nuove scene cinematografiche originali mescolando artigianalità con digitalizzazione avanzata.
Riferimenti culturali
Il film rende omaggio ai classici del genere fantascientifico degli anni ’60 e ’70 attingendo da opere iconiche sia visivamente sia tematicamente—da Kubrick a Margheriti fino ai cult movie prodotti da Roger Corman o Mario Bava. La scelta stilistica non solo arricchisce l’estetica visiva ma serve anche ad integrare elementi narrativi coerenti creando continuità tra i personaggi ed i loro sviluppi psicologici durante tutto il racconto cinematografico.
Bolognesi utilizza colori distintivi per facilitare l’identificazione dei personaggi nonostante le trasformazioni fisiche necessarie durante le varie fasi produttive; questa strategia permette agli spettatori d’avvicinarsi meglio alle complesse interrelazioni fra i protagonisti senza confusione narrativa.
Collaborazioni artistiche significative
Il processo creativo dietro “The Truth on Sendai City” coinvolge numerosi talentuosi professionisti provenienti da vari ambiti artistici—dal direttore della fotografia Daniele Ciprì agli scrittori Michael Bruce Sterling ed Nicoletta Vallorani fino all’attrice Jasmina Tesanovic—ognuno contribuendo con competenze specifiche essenziali allo sviluppo dell’opera finale.
Bolognesi ricorda incontri significativi avvenuti negli anni passati che hanno portato a queste collaborazioni fruttuose; molti dei membri coinvolti avevano già lavorato insieme su progetti precedenti creando così sinergie creative importanti prima ancora dell’inizio ufficiale delle riprese.
L’interazione fra voci originali inglese ed italiano pone sfide interessanti nella traduzione poiché alcune sfumature possono andare perse quando adattate ad altre lingue senza compromettere però lo spirito originale degli interpreti stessi.
Riflessioni sull’intelligenza artificiale
Nel contesto futuristico delineato dal film emergono interrogativi rilevanti riguardo all’impatto crescente dell’intelligenza artificiale sulla società moderna oggi più pertinente che mai data l’evoluzione tecnologica rapida degli ultimi anni.
Bolognesi esprime ottimismo circa queste innovazioni tecnologiche affermando quanto siano utilitaristiche se usate correttamente nei processi creativi odierni senza demonizzarle aprioristicamente poiché possono effettivamente migliorare molteplicii aspetti lavorativi quotidiani.
Tuttavia, egli riconosce anche rischiose implicanze derivanti dall’abuso potenziale di queste tecnologie se non gestite adeguatamente dai singoli individui o dalle istituzioni stesse, rendendo quindi necessario mantenere sempre alta attenzione sull’etica nell’utilizzo pratico quotidiano delle stesse strumenti digitalizzati presenti ormai ovunque intorno noi oggi giorno.