Magma: un docufilm intenso che riapre la ferita dell'assassinio di Piersanti Mattarella - Socialmedialife.it
Il 12 marzo segna un anniversario significativo per la storia italiana, con l’arrivo su Netflix del docufilm “Magma. Mattarella, il delitto perfetto”. Quest’opera, diretta da Giorgia Furlan, si propone di rimuovere il velo che copre uno degli episodi più bui della nostra nazione: l’assassinio del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Attraverso ricostruzioni meticolose e testimonianze dirette, il film esplora il contesto politico oscuro degli anni ‘80, affrontando temi di omicidi politici e depistaggi, in un viaggio teatrale ma anche drammatico che invita il pubblico a riflettere sulla propria memoria collettiva.
Il docufilm “Magma” non si limita a descrivere il delitto di Mattarella, ma lo colloca all’interno di un contesto storico ben più ampio, legando il suo omicidio a eventi tragici come il caso Moro e la strage di Bologna del 1980. Questa narrazione serve a sottolineare come, in quegli anni di tensioni politiche e turbolenze sociali, la figura di Piersanti Mattarella rappresentasse una minaccia concreta per i poteri occulti. La sua visione di unire la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista lo poneva in contrasto con quegli interessi che volevano mantenere lo status quo durante la Guerra Fredda.
Il film non evita di esplorare le domande senza risposta che ancora oggi pesano sul caso: chi ha realmente orchestrato l’assassinio di Mattarella? Quali fattori e quali reti di potere hanno portato a questo omicidio? La narrazione si snoda attraverso gli eventi che portarono alla sua morte, presentando il delitto come un atto simbolico contro una proposta di cambiamento politico, una minaccia inaccettabile per quegli ambienti legati alla mafia e al terrorismo neofascista.
Le testimonianze dirette, unite all’accesso a documenti critici recentemente desecretati, arricchiscono il film di una comprensione più profonda delle dinamiche in gioco. La narrazione include voci significative del panorama giudiziario e politico italiano, come quella di Giovanni Falcone, che durante le sue indagini sull’omicidio di Mattarella lo definì un “caso Moro bis”. Queste parole evidenziano l’importanza di rivedere la storia attraverso uno sguardo contemporaneo, mentre il film presenta un mosaico di ricordi e informazioni utili per chiarire i legami tra eventi storici chiave.
Il contributo di alcune personalità straordinarie, come Rosy Bindi e Luciano Violante, offre ulteriori spunti di riflessione. Bindi, che all’epoca era assistente di Vittorio Bachelet, e Violante, che ha lavorato nella commissione antimafia, sottolineano quanto il delitto di Mattarella fosse il risultato dell’intersezione tra mafia, politica e terrorismo.
L’approccio di Giorgia Furlan, regista e autrice del docufilm, si distingue per una narrazione visivamente potente e coinvolgente. La Furlan, al suo esordio nella regia di un documentario, dimostra un talento notevole nel catturare l’essenza di un dramma collettivo. Sostenuta da una sceneggiatura rigorosa, co-scritta con Chiara Atalanta Ridolfi e Alessia Arcolaci, la regista ha saputo assemblare un diverso sistema di narrazione che mette in risalto le emozioni e le tensioni di un periodo critico.
La fotografia di Tommaso Lusena De Sarmiento e il montaggio di Gabriele Ciances contribuiscono a creare un’atmosfera incisiva e suggestiva, capace di portare il pubblico a immergersi in una realtà storica complessa. Ogni scena è costruita per trasmettere non solo fatti, ma anche percezioni emotive delle vittime, dei familiari e di coloro che hanno vissuto quel periodo buio.
Questa combinazione di elementi artistici e informativi rende “Magma” più di un semplice documentario: è un’esperienza visiva che facilita una riflessione profonda sul passato e sulle sue implicazioni nel presente.
La pellicola si interroga sulla silenziosa eredità lasciata dall’omicidio di Piersanti Mattarella. Attilio Bolzoni, un giornalista presente nel cast di narratori, rimarca la gravità del fatto che a distanza di così tanto tempo, il mistero sul delitto non sia ancora stato svelato. Nelle sue dichiarazioni, Bolzoni invita i cittadini a riflettere sulla normalità di un simile stato di cose, sottolineando che nemmeno il fratello di Mattarella, Sergio, attuale presidente della Repubblica, conosce la verità.
La questione del silenzio che ha circondato il delitto è centrale nella narrazione. Le testimonianze di omertà, depistaggi e segreti sembrano avvolgere l’omicidio, trasformando Mattarella nel simbolo di una realtà in cui il potere si nasconde dietro il velo dell’ignoto. La figura di Licio Gelli, il cui intervento privato sul caso sembra anch’esso rivelarsi decisivo, aggiunge ulteriori stratificazioni a una vicenda già di per sé complessa.
“Magma” gioca un ruolo decisivo nel mantenere viva la memoria di questi eventi, invitando a un’analisi critica della storia italiana e delle sue ferite aperte. La questioni attuali di giustizia e verità rimangono una costante latente, richiedendo un riconoscimento collettivo e un’azione per onorare la memoria di chi, come Piersanti Mattarella, ha sacrificato la propria vita per un ideale di democrazia.