L’amministrazione statunitense ha avviato contatti con vari Paesi europei, tra cui l’italia, per affrontare un’emergenza nel mercato delle uova che ha suscitato preoccupazione presso la casa bianca. Tuttavia, la risposta italiana è stata negativa, evidenziando una situazione interna di crescente autotassaggio nel settore. Questa decisione mette in luce non solo le sfide incontrate nell’agroalimentare globale ma anche il panorama del mercato delle uova in europa e in italia.
La richiesta degli stati uniti e la risposta italiana
Una settimana fa, l’ambasciata statunitense a roma ha contattato unaitalia, un’importante associazione che rappresenta il settore agroalimentare pertanto includendo le filiere di carni e uova. La richiesta era quella di ottenere una fornitura di uova sufficienti per fronteggiare il fabbisogno americano per i prossimi sei mesi, una soluzione necessaria per risolvere la crisi che ha colpito il settore a causa di focolai di aviaria. Tuttavia, l’associazione ha declinato questa offerta, sottolineando la capacità produttiva limitata del Paese.
Ruggero Moretti, presidente del Comitato uova di unaitalia, ha dichiarato che l’italia raggiunge solo il 97% di autosufficienza per quanto riguarda la produzione di uova. Questa situazione esclude categoricamente la possibilità di forniture aggiuntive verso l’estero. L’assenza di surplus mette in evidenza una realtà ben precisa: l’italia non è in grado di rifornire altri mercati, neanche in un periodo di crisi.
Il contesto europeo e la crisi delle uova negli stati uniti
La questione non è isolata soltanto all’italiana, poiché fonti vicine all’EEPA affermano che anche altri Paesi europei, come la francia e la lituania, hanno risposto negativamente alle richieste statunitensi. Questo suggerisce che la crisi è più che un problema isolato degli stati uniti; è una questione che riguarda anche gli alleati europei, costretti a fronteggiare difficoltà simili legate all’approvvigionamento e alla produzione.
Negli stati uniti, il settore delle uova ha subito un colpo severo a causa di un’epidemia di aviaria che ha portato all’abbattimento di oltre 55.000 capi. Questi eventi hanno scatenato una crisi di approvvigionamento che ha portato l’amministrazione di Joe Biden a cercare soluzioni in europa, ma la mancanza di disponibilità rende difficile pensare a una risposta immediata. La situazione negli stati uniti è opposta a quella che si sta verificando in europa, dove la domanda di uova sta crescendo sensibilmente.
Crescita del settore delle uova in italia
Il mercato delle uova in italia sembra attraversare un periodo d’oro. Secondo Moretti, il consumo pro-capite di uova è aumentato notevolmente, toccando i 13,5 miliardi di uova l’anno. Un incremento significativo di almeno dieci unità per persona è stato registrato dal 2023 al 2024. Questa tendenza rivela non solo la popolarità del prodotto, ma anche una rinnovata consapevolezza del suo valore nutrizionale.
La crescita del consumo di uova in italia si inserisce in un panorama europeo in cui si sta riscoprendo questa proteina come un alimento accessibile e versatile. Con l’inflazione che incide sui bilanci familiari, le uova stanno diventando una scelta favorita per molti consumatori, spingendo quindi l’industria a mantenere livelli di produzione elevati per soddisfare la domanda interna. Questo aspetto è ben lontano dall’idea di avere un surplus da esportare altrove.
In questo contesto, il rifiuto dell’italia nel rispondere alla richiesta americana di forniture di uova non rappresenta solo un fatto economico, ma sottolinea anche l’incertezza e le sfide che affronta il mercato agroalimentare europeo in relazione a eventi esterni.