L'italia e la sfida della prevenzione cardiovascolare: oltre un milione di pazienti a rischio - Socialmedialife.it
In Italia, la salute cardiovascolare rappresenta una questione urgente e complessa, soprattutto considerando che oltre un milione di cittadini è considerato ad alto rischio di malattie cardiache. Tuttavia, l’ottantacentodieci percento di questi pazienti non raggiunge gli obiettivi di sicurezza stabiliti dalle linee guida internazionali. Questo articolo esplorerà le dichiarazioni di esperti nel campo della cardiologia, i metodi attuali di prevenzione e le tecnologie emergenti per affrontare questa problematica.
Attualmente, nel panorama sanitario italiano, si registrano oltre un milione di pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari. Secondo Pasquale Perrone Filardi, professore presso l’Università Federico II di Napoli, questa realtà è particolarmente preoccupante, poiché la maggior parte di questi pazienti non ha subito eventi cardiovascolari acuti, ma presenta ugualmente un rischio elevato. Questo gruppo di individui, spesso trascurato, richiede un’attenzione specifica per prevenire future complicazioni. È fondamentale non limitarsi alla dicotomia tra prevenzione primaria e secondaria, poiché il termine “prevenzione primaria” può dare un falso senso di sicurezza a coloro che non hanno ancora avuto eventi acuti. Chiarire che il rischio esiste anche per chi non ha avuto problematiche passate è cruciale per impostare una strategia di prevenzione efficace.
Filardi sottolinea che la vera sfida è identificare e trattare adeguatamente quelli che, pur non avendo vissuto un infarto o un ictus, sono a rischio. Le linee guida europee forniscono già indicazioni su come procedere con questa popolazione, ma il trattamento per il contenimento del rischio non è ancora adeguato. I cardiologi sono ora chiamati a intervenire più attivamente, utilizzando le risorse e le strategie esplicitate nelle linee guida per poter affrontare queste situazioni in modo ottimale.
La diffusione della cultura della prevenzione è un tema centrale nel dibattito sulla salute cardiovascolare. Fabrizio Oliva, presidente dell’Anmco e direttore della Cardiologia presso l’ospedale Niguarda di Milano, evidenzia che ogni anno in Italia oltre 224 mila morti sono attribuibili a patologie cardiovascolari. È essenziale trattare la prevenzione in modo omogeneo, adottando un approccio che prenda in considerazione il profilo di rischio individuale. Le diverse scelte preventive dovrebbero essere personalizzate e integrate, in modo da aumentare efficacia e aderenza ai trattamenti.
Oliva propone l’uso di strumenti moderni, come app e piattaforme digitali, per aiutare sia i medici che i pazienti a seguire le raccomandazioni delle linee guida. La tecnologia può fungere da supporto per il monitoraggio dei pazienti, avvisando quando i target non vengono raggiunti e suggerendo misure correttive da adottare. Tuttavia, nonostante i progressi, rimane significativo il gap tra le raccomandazioni delle linee guida e la reale gestione dei pazienti, rimanendo un argomento cruciale da affrontare.
Alberico Catapano, direttore del Sisa e professore di farmacologia, mette in risalto la necessità di aggiornare ulteriormente le linee guida che i medici seguono. Secondo Catapano, l’approccio formativo è fondamentale per garantire che i medici, sia di medicina generale che specialisti, possano raggiungere gli obiettivi di prevenzione previsti. Un dialogo costante con le autorità sanitarie è necessario per garantire accesso a farmaci innovativi che risultano essenziali per trattamenti ottimali.
Le linee guida dovrebbero fornire un quadro chiaro su come ottimizzare la pratica clinica. L’attenzione è puntata sulle dislipidemie e sui soggetti a rischio elevato, i quali necessitano di un monitoraggio specifico dei livelli di LDL. Attualmente, nonostante i progressi nell’assistenza, i risultati sono ancora distanti dagli obiettivi fissati, evidenziando la necessità di azioni più incisive nel trattamento e nella prevenzione.
Maria Rosaria Di Somma, membro dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci, enfatizza come l’accesso a test diagnostici avanzati possa rappresentare una svolta nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ad esempio, il test della lipoProteina ) permette di individuare in anticipo i pazienti a rischio. Conoscere il rischio consente di adottare misure preventive prima dell’insorgenza di un problema cardiovascolare.
Inoltre, il dialogo tra medico e paziente si dimostra fondamentale nel percorso di cura. Di Somma sottolinea come la comunicazione aperta possa influenzare l’aderenza alla terapia e la consapevolezza dei sintomi. Infine, il cambiamento nella cultura della salute, con il coinvolgimento delle associazioni di pazienti nei processi decisionali, costituisce un passo importante verso un’assistenza sanitaria più centrata sulle esigenze del paziente e sull’efficacia dei trattamenti.